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Escursionismo : Anello del Sentiero delle Ginestre, da San Michele di Prazzo
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 10/07/24 16:43
Notizia riferita al: 27/06/24
Letture: 373

In una giornata finalmente di sole, la Compagnia dell’Anello ritorna nella bellissima Valle Maira per andare alla scoperta del “Sentiero delle ginestre”, “Lou viol dal Genistè” in occitano. Il periodo infatti è proprio quello giusto per ammirare i cespugli in fiore della ginestra cenerina, una specie che in Italia è presente, tra l’altro, solo in Liguria e nel basso Piemonte.
Generalmente, questo sentiero si percorre ad anello con inizio e fine dalla frazione Allemandi di Prazzo, ma oggi i sei camminatori decidono di iniziare e terminare l’anello dalla frazione di San Michele di Prazzo (1372m) che, fino al 1928 è stato un comune autonomo ed è stato poi accorpato insieme a Ussolo con Prazzo. San Michele, composto da ben 14 borgate, contava agli inizi del secolo scorso più di mille abitanti, oggi poco più di cinquanta.
Dopo avere percorso la serpeggiante valle Maira, appena oltre Prazzo, si svolta a destra verso San Michele e, lasciata l'auto nel piccolo parcheggio antistante la chiesa parrocchiale, subito rimaniamo estasiati dalla bellezza della facciata della stessa dedicata appunto a San Michele e costruita, sulle rovine della vecchia chiesa, intorno agli anni 1834/1835, ammirando gli splendidi affreschi perfettamente conservati.
Zaino in spalla, imbocchiamo il sentiero che inizia esattamente sul lato opposto della chiesa a fianco all’edificio dell’ex palazzo comunale e ci inoltriamo nella frazione di San Michele su un bel viottolo che sale in mezzo alle case. Raggiungiamo nuovamente la strada asfaltata che però abbandoneremo in corrispondenza dell’indicazione “Riou” proseguendo nel bellissimo bosco di larici.
Raggiungiamo la frazione Allemandi (1545m) che visitiamo con infinita calma per ammirare le case perfettamente ristrutturate. Riusciamo anche a fare due parole con un abitante del posto che ci racconta della scelta di trasferirsi da Cuneo e vivere lì tutto l’anno. Consapevoli del fatto che quest’uomo ha sicuramente fatto la scelta giusta, troviamo spunto per fotografare ogni singolo angolo della frazione magistralmente abbellita con fiori e oggetti antichi ritornati a vita nuova. Non può mancare una foto di gruppo con alle spalle il Chersogno che dal piazzale antistante l'omonimo agriturismo si vede magnificamente in tutta la sua bellezza.
Ora, attraverso il facile sentiero a mezzacosta, quasi totalmente ombreggiato grazie al bosco rado di larici, risaliamo fino al displuvio denominato Crest di Curis (1590m) e proseguiamo in saliscendi fino a raggiungere una zona rocciosa dove finalmente avvistiamo la fioritura della ginestra e così posiamo i bastoncini e afferriamo le macchine fotografiche per immortalare la bellezza del giallo oro dei fiori a contrasto con il verde intenso che ci circonda.
Poco dopo con una breve ascesa raggiungiamo un ottimo punto panoramico nonché il più elevato dell’anello, un poggio denominato Charjaa d'Ase (1600m) che consente un'ampia visuale su tutta la valle Maira e sui valloni laterali di Marmora, Elva, Stroppo e Celle di Macra. E’ anche il posto ideale per regalarci una meritata sosta per la colazione e per dedicarci al consueto esercizio d'individuazione dei nomi dei monti da qui visibili.
A questo punto il sentiero scende lungo una costa - ove pare di camminare in uno splendido giardino roccioso tra il giallo intenso delle ginestre accompagnato dalle sfumature rosse e viola del cardo, della saponaria e della lavanda - e raggiunge il Passo Ruera (1400m).
Qui interseca il “Sentiero Balcone”, sentiero che permette di raggiungere il fondovalle Maira all'altezza dell'inizio del vallone d'Elva, presso il camping Pont d'la Ceino. Decidiamo di percorrerne un tratto per ammirare i muretti in pietra costruiti dagli abitanti di San Michele per l’approvvigionamento della legna dei faggi presenti nella zona impervia nel versante dell'orrido di Elva. Ammiriamo l’ingegno, la bravura e la maestria che i nostri avi avevano acquisito nel costruire gli interminabili muretti a secco per il sostegno del sentiero, il tutto fatto esclusivamente con il materiale reperito in loco. Dopo cento o più anni sono ancora lì a dimostrare che forse, al giorno d’oggi, avremmo ancora qualcosa da imparare.
Ritorniamo al passo Ruera e riprendiamo il percorso tra splendide fioriture di ginestre sul lungo traversone in direzione della borgata di San Vittore. Qui giunti troviamo una mandria di mucche che ci osservano un po' stranite mentre si dissetano all’abbeveratoio della borgata. Proseguiamo poi lungo la carrozzabile e, in parte, attraverso la vecchia mulattiera fino a raggiungere la strada asfaltata che percorriamo in discesa per un breve tratto fino a raggiungere San Michele di Prazzo nonché il punto di partenza e chiudere così il nostro bell’anello presso la locanda occitana “La Tano di Grich” per la sosta pranzo degustando la polenta e alcune loro specialità.
Concludendo, ci sentiamo di dire che trattasi di una escursione molto bella, adatta a tutti, con un percorso che non presenta particolari difficoltà, pur consigliando di prestare attenzione per la presenza di alcuni punti un po' esposti.
L'itinerario ha una segnaletica verticale direzionale e tacche gialle lungo il percorso.Note toponomastiche e curiosità
Prazzo: nome locale provenzale 'Pràs', anticamente (anno 1286) 'casale Pracij', il toponimo deriva dal latino 'prataceus' corrispondente a zona prativa che, in questo tratto, caratterizza il fondovalle.
Ruèra o Ruvera (Passo): dal latino 'ruere' (provenzale 'ruèro'), pendio o versante inciso, striato.
San Vittore (borgata): nome locale provenzale 'San Vìtre' in riferimento al culto del santo patrono.
Allemandi (borgata): deriva da una forma cognominiale originaria dell'Allemagna, composta da 'alla', tutto, e da 'mann', uomo, nel senso di persone di varie stirpi.
La Tano di Grich (locanda): cioè 'la Tana dei Grilli'. Tale denominazione deriva dal fatto che gli abitanti di San Michele sono chiamati 'i Grich'. Il perché risale ad una leggenda del '400, epoca in cui il sale era prezioso quanto l'oro e in un momento di particolare carenza i sanmichelesi decisero, sindaco in testa, di seminare il poco sale rimasto. Dopo alcune settimane andarono al campo per il raccolto trovandolo arido e pieno grilli. Convinti che questi insetti avessero rubato loro il prezioso seme decisero di dichiarare guerra ai grilli. Il sindaco ordinò che ogni sanmichelese si armasse di bastone e cominciasse a menare colpi ovunque un grillo si posasse. Al che quando uno di loro vide un grillo proprio sulla testa del sindaco, non ci pensò neppure un momento: con una randellata precisa abbatté il grillo con tutto quello che ci stava sotto. E fu fine di quella strana guerra, come risulta dalla risposta
 che gli uomini diedero alle donne che li aspettavano sulla soglia di casa: “Ne abbiamo fatti fuori due, uno dei nostri e uno degli altri”. E fu anche l’inizio del soprannome che da quel giorno si meritarono i sanmichelesi, chiamati in tutta la Valle Maira anche ora, e forse per sempre, i Grich (i grilli).
Escursione effettuata il 27 giugno 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Angelo, Barbara, José, Maria Teresa e Mary
Località di partenza: San Michele di Prazzo 1372m
Punto più elevato raggiunto: Charjaa d'Ase 1600m
Dislivello cumulato in ascesa: 440m
Sviluppo complessivo del percorso: 7,1 km
Tempo in movimento: 3 ore
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 10/7/2024 18:14  Aggiornato: 10/7/2024 18:14
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 728
 Re: Anello del Sentiero delle Ginestre, da San Michele di...
Descrizione del percorso: Barbara P.
fotovideocronaca: Adriano, Barbara P., Maria Teresa e Mary
Tracciato GPS, elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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