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Escursionismo :  Anello Rocche Nuvolente, Rocca della Losera e Sella Artondù, da Pian delle Meschie
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 15/06/24 21:57
Notizia riferita al: 14/06/24
Letture: 460

Era un chiodo fisso che da anni stazionava nella mente di chi scrive: in realtà, un tentativo in solitaria l'avevo fatto tentando di trovare una via di salita adeguata alle mie capacità. Ma, vuoi per i forti dolori alle articolazioni (reumatismi) che all'epoca non mi davano tregua, vuoi per l'abbondante pioggia della notte, mi ero arreso in corrispondenza del roccioso bastione terminale (terreno e rocce risultavano particolarmente insidiosi a causa della forte inclinazione e della scivolosità).
Stavolta, con il preziosissimo supporto di Franco – che solo ieri si è sorbito i mille metri di salita al Monte Eighier con i resti della Compagnia dell'Anello – partiamo decisi e fiduciosi di scardinare la resistenza di questa bifida cima, di modesta elevazione (m 1268), ma ostica quanto basta per scoraggiare chi non abbia buone esperienze di arrampicata: le Rocche Nuvolente, emergenti da una fitta vegetazione di castagni e noccioli, poco distanti dall'area attrezzata per pic-nic nella località Pian delle Meschie, a monte di Pradeboni in Comune di Chiusa Pesio, quota m 1076 s.l.m..
Qui si giunge in automobile percorrendo la strada tutta asfaltata che, dopo l'abitato di Chiusa Pesio, a destra sale alla Frazione Pradeboni, per poi a sinistra proseguire con ripidi tornanti fino all'ampio parcheggio ivi esistente.
Zaino in spalla, proseguiamo a piedi lungo la strada sterrata per la Sella e il Gias Morteis; dopo alcune centinaia di metri, con una curva a gomito verso sinistra si scavalca il Rio Grosso tramite un ponte e si giunge al primo tornante, dal quale si stacca a sinistra una pista forestale che percorriamo fino al suo termine, corrispondente all'inizio del crestone che, transitando per la Rocca della Losera m 1339, termina nel punto in cui è stato costruito l'Osservatorio m 1468, appena sopra ai già citati Gias e Sella Morteis.
Da qui si scende per un breve tratto, direzione ENE in una fittissima vegetazione, in maggioranza costituita da arbusti di nocciolo, per poi risalire lungo le ripidissime chine che danno accesso alla montagna; vari tentativi di Franco che, alpinista provetto qual'è (nel suo nutrito curriculum si annovera, tra l'altro, la salita al Corno Stella!), riuscirebbe ad effettuare scalando le viscide (anche oggi) formazioni rocciose terminali del versante OSO, avranno esito negativo, perché chi scrive non se la sente di affrontare una simile arrampicata ritenuta troppo rischiosa.
Ostinati, decidiamo di scendere verso SE per aggirare le bastionate rocciose, fino a giungere alla base del canalone di accesso al colletto tra le due cime; lo risaliamo faticosamente, qui non ci sono rocce, ma la pendenza è talmente accentuata, che un passo falso ci farebbe ruzzolare a valle. Fortuna vuole che gli arbusti sono molto fitti, per cui, se da un lato costituiscono un fastidioso ostacolo alla progressione, dall'altro ci sono di prezioso aiuto per appigliarsi ed arrestarci in caso di scivolate.
Giunti al colletto, posati gli ingombranti zaini, ci arrampichiamo verso la più alta cima (di pochi metri), la SO m 1268, sfruttando labili tracce di animali lungo il versante NO; il tratto di breve arrampicata finale comporta un grado di difficoltà valutabile in F+. In cresta, il solo Franco raggiungerà il punto più alto, mentre il socio, comunque euforico per il traguardo conquistato, si accontenterà di stazionare nella contigua anticima.
Ritornati al colletto, con breve percorso di cresta raggiungiamo entrambi la più facile cima NE.
Percorso a ritroso l'impervio cammino, ritornati alla pista forestale, ci dirigiamo ora verso la già menzionata Rocca della Losera m. 1339, modesta e poco significativa altura, percorrendo in parte la vecchia e non più frequentata mulattiera, letteralmente invasa da un fittissimo novellame di faggio.
Dalla cima abbandoniamo l'idea di proseguire per cresta fino all'Osservatorio, in quanto il percorso è fortemente ostacolato dai numerosi schianti dei larici giapponesi, incautamente introdotti in sostituzione della faggeta, e quindi con un percorso in diagonale ritorniamo sulla strada fino a giungere alla Sella (m 1450) e al Gias (m 1468) Morteis; proseguendo sempre lungo la strada, al primo tornante della stessa, a quota m 1536, si origina verso destra (palina segnaletica) un lungo sentiero - Sentiero Pusin, come stà scritto su una roccia (tradotto dall'idioma locale nella lingua madre starebbe per “Sentiero del Pulcino”) - che, tagliando diagonalmente le sconvolte pendici orientali del Monte Besimauda, con innumerevoli saliscendi raggiunge le Stalle (m 1453) e la Sella (m 1602) Artondù.
Il percorso, abbastanza ben segnalato, comunque tortuoso e disagevole, attraversa innumerevoli macereti, intervallati da stentate e rade formazioni boscate di faggi, con i soliti noccioleti come sottobosco; si contornano la Serra Barmetta e la Serra Sabot, con i relativi combali ricchi di acqua, si transita qualche metro a valle dei ruderi del Gias Pusin m 1532, fino ad uscire sui prati pascoli delle su menzionate Stalle Artondù e la successiva Sella (o Colletto).
Da qui, il nostro programma prevedeva di risalire un tratto della cresta NE del Monte Besimauda fino alla Testa delle Gore m 1781, e poi, scendendo, raggiungere l'ostico (sempre a causa della fitta vegetazione cespugliosa) Groppo del Faiet m 1465; viste però le sopravvenute condizioni meteorologiche – nebbia sempre più fitta ed inizio di pioviggine – decidiamo che per oggi possiamo averne basta, anche perché il nostro principale obiettivo è stato raggiunto.
Oggi, dopo le ultime escursioni con percorso andata e ritorno sullo stesso tracciato, torniamo a disegnare l'anello che ci ha quasi sempre contraddistinto; dalle Stalle Artondù, lungo il tracciato segnalato (ma non sempre ben evidente, a causa dell'erba alta) scendiamo i prati e boschi dell'omonima valle, fino a raggiungere il parcheggio delle Meschie.
Ciliegina sulla torta: abbiamo disegnato un anello anche con l'auto, scendendo lungo la strada (che Franco ben conosce) della Truna e dei Tetti Pilon, e poi, da Pradeboni, scavalcato il colletto, giù verso Peveragno (all'andata eravamo saliti da Beinette e Chiusa Pesio).
Escursione effettuata il 14 giugno 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da Antonio e Franco
Località di partenza: Pian delle Meschie 1076m
Punto più elevato raggiunto: Sella Artondù 1602m
Dislivello cumulato in ascesa: 962m
Sviluppo complessivo del percorso: 13 km
Tempo in movimento: 4h 15'
Difficoltà: EE (F il tratto finale delle Rocche Nuvolente) (vedi scala difficoltà)
breve fotocronaca
altre foto (Antonio)
Tracciato gps


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 16/6/2024 19:01  Aggiornato: 16/6/2024 19:01
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 747
 Re: Anello Rocche Nuvolente, Rocca della Losera e Sella ...
Descrizione del percorso: Antonio
fotocronaca: Franco e Antonio
tracciato GPS: Franco
Elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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