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Escursionismo : Là dove s'incontrano Alpi e Appennini, ovvero anello della Bocchetta di Altare e del Monte Burot, la prima cima delle Alpi
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 11/04/24 11:59
Notizia riferita al: 28/03/24
Letture: 668

I testi scolastici di geografia indicano, quale punto divisorio tra le Alpi e gli Appennini, il Passo di Cadibona che genericamente viene identificato nel punto più elevato della statale 29 (chiamata anche “del Colle di Cadibona”) prima di scendere verso Savona, ma in effetti il vero confine tra queste due catene montuose si trova presso un vicino (e un po' nascosto) colle del comune di Altare, denominato Bocchetta di Altare.
Il CAI 3A (Associazione Alpinistica Altarese) nel 1995, in occasione del 50° di fondazione, ha voluto erigere qui un cippo quale luogo simbolo dell'Alta Via dei Monti Liguri.
Se si vuole approfondire, alla voce Cadibona, sull'enciclopedia Treccani, si legge:
“Passo che mette in comunicazione Savona con la valle della Bormida, a una quota da 450 a 480 metri; è chiamato anche Bocchetta di Altare, e considerato da quasi tutti i geografi come linea divisoria fra le Alpi e l'Appennino. Se tale divisione si dovesse basare unicamente sopra un criterio litologico (tipologia di rocce – n.d.r.), è certo che l'Appennino dovrebbe incominciarsi ai Giovi, ove con distacco molto netto alle formazioni cristalline subentra verso est l'Eocene caratteristico di tutto l'Appennino; ma, come osservò il Franchi, nel passo di Cadibona o di Altare, tra Savona e le Langhe sono visibili le tracce di una depressione occupata, ancora all'inizio del Miocene, da un braccio di mare che separava l'Appennino, già sollevato, dalle Alpi Marittime: quindi il massiccio essenzialmente cristallino tra Savona e Genova, per quanto diverso dall'Appennino Settentrionale per età e natura geologica, si trovò conglobato nella grande unità dell'Appennino”.
Da uno spunto di Icio Barbero e con i consigli dell'amico Luigi Bertino di Carcare, La Compagnia dell'Anello – oggi a ranghi ridottissimi, a causa del tempo incerto e di malanni vari, con la presenza del giovanissimo Francesco, che in periodo di vacanza pasquale ci può accompagnare - ha voluto quindi andare a vedere da vicino dove iniziano le nostre Alpi e, con l'occasione, salirne anche la prima cima, il Monte Burot.
L'iniziativa vale più per il significato che rappresenta che non per l'escursione in sé. In ogni caso è stato un momento importante per approfondire la conoscenza di una zona che attraversiamo sovente in velocità (si fa per dire...) sull'autostrada TO-SV per recarci nelle località balneari della costa ligure.
Difatti Altare ha alle spalle una storia risalente all'epoca romana, ma fu nel X secolo che inizierà a dipendere dai monaci benedettini del monastero di sant'Eugenio dell'isola di Bergeggi. Grazie a loro venne fondato il nuovo borgo poco distante dal tratto finale della Bormida di Mallare; gli stessi monaci saranno gli "importatori" dalla Francia dell'attività legata alla produzione e lavorazione del vetro, arte che farà nei secoli successivi la fortuna economica di Altare. Oggi sono in attività due vetrerie industriali ed è sempre viva nel centro storico la tradizionale attività vetraria artistica, rappresentata da due laboratori artigianali e dal Museo dell'Arte Vetraria Altarese, ospitato nelle sale di Villa Rosa ove è raccolta un'importante collezione vetraria di produzione locale con opere datate a partire dal 1650.
Inoltre l'importanza militare di questa località è ben testimoniata dalle imponenti opere fortificate succedutosi nei secoli, a partire dal Castello marchionale di Altare eretto nel XII secolo, di cui rimangono pochi ruderi, e dallo “Sbarramento di Altare” comprendente le tre fortificazioni presso la Bocchetta di Altare: Tagliata, Cascinotto e Tecci nonché i forti del Monte Burot (o Burotto) e del Monte Baraccone con le relative batterie a loro supporto, il tutto purtroppo in stato di degrado e di abbandono.
Ma veniamo al nostro giro. Parcheggiamo l'auto nel centro di Altare in Via Restagno (405m), presso la chiesa di San Rocco, poche decine di metri dopo il Museo dell'Arte Vetraria e, zaino in spalla, imbocchiamo il soprastante Viale Riccardo de Caroli che in meno di un chilometro, su asfalto, ci porta alla Bocchetta di Altare ove è ubicato il cippo roccioso indicante il confine tra Alpi e Appennini. Foto di rito e torniamo sui nostri passi per svoltare a sinistra su un sentiero seminascosto che ci porta comodamente fin sulla statale 29 poco prima della galleria sovrastata dalle fortificazioni di epoca napoleonica Tagliata e Cascinotto.
Attraversiamo la statale in prossimità di quello che era il casello autostradale di Altare prima del raddoppio, oggi adibito a deposito di materiali e mezzi utilizzati per l'infinita opera di “manutenzione” a viadotti e gallerie per troppo tempo lasciati in stato di colpevole degrado.
Appena dopo, segnalato da palina, svoltiamo a destra sulla rotabile per il monte Burot, che è pure traccia del percorso dell'AVML (Alta Via dei Monti Liguri). Più avanti diventa sterrata e proseguiamo intravedendo in lontananza la cima del Burot sormontata da un alto traliccio affollato di ripetitori. Giungiamo così al serbatoio La Torre ove troviamo il bivio del sentiero che utilizzeremo al ritorno per scendere ad Altare.
Poco più avanti abbandoniamo la strada e teniamo la sinistra seguendo la segnaletica per Quiliano e Roviasca scollinando presso la cascina Giovetti (600m) da cui è possibile, foschia permettendo, avere una buona visuale sulla litoranea di Savona e Vado. Costeggiamo in saliscendi un buon tratto del versante sud del Monte Burot dopodiché imbocchiamo sulla destra il sentiero che sale con tratti anche assai ripidi verso la cima attraversando un bosco reduce da un incendio dove la traccia diventa un po' incerta.
Finalmente intravvediamo tra gli alberi il traliccio dei ripetitori e giungiamo sul Monte Burot (745m). Saliamo ancora qualche metro e troviamo l'omonima fortificazione seminascosta tra alberi e arbusti; riusciamo comunque a girarci attorno seguendo il profondo fossato che la delimita e facciamo una sosta per il pranzo.
Raggiunto l'obiettivo della prima cima delle Alpi, in verità un po' deludente, iniziamo la discesa sulla strada che transita presso alcune pale eoliche e, dissetatoci a una fontanella scolpita in un tronco d'albero, chiudiamo questo primo anello presso il serbatoio La Torre intraprendendo una bella mulattiera verso cascina La Torre, dalla quale si ha un buon colpo d'occhio sulla zona industriale di Altare.
Più sotto scendiamo nei castagneti fino ad una zona prativa da cui intravediamo l'abitato di Altare. Ci arriviamo sottopassando l'autostrada ove fervono i lavori e guadagniamo la statale dalla quale in poche centinaia di metri torniamo presso l'auto chiudendo così il secondo anello e terminando la nostra interessante escursione presso il Museo dell'Arte Vetraria, mentre il sole finalmente riesce ad avere la meglio sulle nubi.
Escursione effettuata il 28 marzo 2024
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da Adriano, Francesco e Maria Teresa
Località di partenza: Altare 405m
Punto più elevato raggiunto: Monte Burot 745m
Dislivello cumulato in ascesa: 418m
Sviluppo complessivo del percorso: 9,6 km
Tempo in movimento: 3h 15'
Difficoltà:E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
Percorso interattivo Relive


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 10/12/2024 17:08  Aggiornato: 10/12/2024 17:09
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 728
 Re: Là dove s'incontrano Alpi e Appennini, ovvero an...
Descrizione del percorso: Adriano
Fotovideocronaca: Adriano, Maria Teresa e Francesco
Tracciato GPS: Adriano
Elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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