La traversata da Airole a Ventimiglia, già sperimentata in altre occasioni dalla Compagnia dell'Anello, esercita sempre un sorprendente e singolare fascino. Particolarmente in questo periodo il richiamo della Valle Roia è forte e la voglia di uscire dal secco e dal gelo delle nostre vallate, per immergerci nel verde degli ulivi e della macchia mediterranea, arricchito in queste settimane dalle solari tonalità gialle delle mimose in strepitosa fioritura nella vallata del Bevera, è impellente.
Affrontiamo quindi stoicamente le difficoltà del viaggio sul “treno delle meraviglie” e alle 6:41 ci troviamo puntuali in partenza alla stazione di Cuneo. Siamo un bel gruppetto, ulteriormente impinguato da chi sale a Borgo San Dalmazzo e a Limone.
Alle 9:01 scendiamo alla stazione di Airole, che non è una vera e propria stazione, ma una semplice fermata tra due gallerie, dove troviamo ad attenderci Fiorentino e Giulia arrivati qui in auto da Torino.
Da Airole (121m) - localmente 'Aira', con nome derivante dal tardo latino 'ayrola', (provenzale 'airâl'), e significato di corte, piazzale - zaino in spalla, tutti insieme imbocchiamo il viottolo verso la sottostante carrozzabile trovando subito la palina del “Sentiero balcone del Mediterraneo” che seguiremo, con alcune varianti, per oltre la metà del nostro tragitto.
Il percorso si dirige per un breve tratto sulla provinciale per Collabassa, oltrepassando il fiume Roia di uno spettacolare colore azzurro, dopodiché ci inerpichiamo sul sentiero verso il Passo della Pagliurà, ove intersechiamo la traccia dell'Anello del Grammondo, proveniente da Olivetta San Michele: anche questo sentiero ci accompagnerà fino a Villatella.
Ci troviamo sullo spartiacque Roia – Bevera e il nostro cammino prosegue ora tra il verde della macchia mediterranea in gradevole saliscendi portandoci all'unica frazione di Airole, Collabassa (314m), il cui toponimo deriva dal latino 'collis' (provenzale coulet) per significare una depressione o insellatura sullo spartiacque con passaggio tra due versanti. E' collocata in splendida posizione con panoramica vista sul Grammondo da un lato e sulla dorsale sinistra Roia dall'altro, con i monti Abelliotto, Abellio, Colombin e Roche Forquin.
Breve pausa per la colazione e, attraversate le viuzze del delizioso paese, iniziamo la discesa tra gli ulivi e poi nel bosco tapezzato da rosmarino in fiore, giungendo nel fondovalle del torrente Bevera in vista dell'ecovillaggio di Torri Superiore e delle bionde fioriture di mimosa che inondano la vallata.
Seguendo il torrente arriviamo nel medioevale abitato di Torri Inferiore (64m): la denominazione, dal latino 'turris', coincide con antico luogo fortificato. Si tratta di una delle frazioni interne di Ventimiglia più popolate, situata al termine della strada carrozzabile che risale la val Bevera, presenta un centro storico caratteristico, con i tipici carrugi liguri e alcuni passaggi coperti. Curiosità: il villaggio medievale di Torri Superiore è un piccolo gioiello di architettura popolare, originario del XIII secolo e costruito interamente in pietra; è strutturato in tre blocchi principali con più di 160 stanze, tutte collegate da un intricato tessuto di scale e passaggi. La sua complessa e affascinante struttura è stata spesso comparata ad una fortezza o un labirinto arroccato sul fianco della montagna. Il villaggio è stato totalmente restaurato e la sua accogliente struttura ricettiva è gestita da una piccola comunità, per attività di ecoturismo, per corsi, incontri e programmi di educazione ambientale.
Da qui iniziamo la salita più lunga della giornata transitando su stradine e sentieri nelle località di San Pancrazio e Serro Inferiore e Superiore.
Da segnalare in questo tratto qualche complicazione nel seguire la traccia del percorso a causa di smottamenti e ruscellamenti arrecati dalle ultime piogge. Qui potrebbe sicuramente essere molto utile il tracciato GPS (del quale trovate il link in fondo alla presente descrizione). Attenzione anche ad alcuni passaggi, non pericolosi, ma che potrebbero recare qualche difficoltà ai sofferenti di vertigini.
Giungiamo al termine del sentiero presso una serra diroccata dove troviamo una stradina asfaltata che seguiamo sulla sinistra. Ignoriamo più avanti il sentiero risalente all'abitato di Villatella e, con un ultimo strappo in salita arriviamo all'incrocio con la provinciale risalente da Latte e Ventimiglia.
E' questo il punto più elevato dell'intero percorso (362m) e finalmente marciamo in discesa verso Sant'Antonio.
Intanto un certo languorino inizia a farsi sentire e quindi, non trovando di meglio, ci accampiamo lungo la strada per la sospirata sosta pranzo, alleggeriamo gli zaini dai viveri trasportati, arricchendo il solito panino con le varie ghiottonerie che l'odierna nutrita presenza di “quote rosa” non ci lascia mancare. Naturalmente c'è anche chi ha pensato al caffè e all'immancabile genepy-pusa-cafè...
Riprendiamo il cammino imboccando una scorciatoia che ci porta direttamente a Sant'Antonio (158m) passando tra maestose piante di mimose affiancate, nel giallo della loro fioritura, dal bianco dei mandorli.
Ci troviamo sul crinale ove alla nostra sinistra possiamo ammirare lo sviluppo del nostro percorso attraverso la Val Bèvera, che qui confluisce nella Val Roia con l'omonimo torrente sfociante, tra gore e pozze, nel fiume Roia. Non per niente il toponimo Bèvera trae origine dal significato di "corso d'acqua dove si abbeverano le greggi"
Sulla nostra sinistra invece, dalle pendici Est della Longoira, il Rio Latte percorre l’erta Valle del Ruassu, che lo porta fin sotto la località di Sant’Antonio. Da quel punto, il torrente volge deciso a meridione percorrendo il Vallone di Latte, nel quale è sito il borgo che un tempo era conosciuto come San Bartolomeo.
Da questo punto inizia la terza, e ultima, salita del nostro percorso che si sviluppa, in moderata pendenza su asfalto, prevalentemente sul versante occidentale della Cima di Gavi, tra un tripudio di mimose e di altre fioriture che, avvicinandoci alla riviera, vanno man mano intensificandosi.
Passiamo l'abitato di San Lorenzo e in breve raggiungiamo il culmine di Castel d'Appio (334m).
Più avanti tra ville, villette, serre e coltivazioni di variopinti ranuncoli ci godiamo la magnifica vista mare sul litorale e scendiamo verso il borgo storico di Ventimiglia passando per i Forti San Paolo e dell'Annunziata e la cattedrale di Santa Maria Assunta. Scendiamo sulla riva destra del fiume Roia, attraversiamo sulla sempre trafficata Via Aurelia e arriviamo alla stazione per prendere, con buon margine d'anticipo, alle 18:49, il treno che ci riporterà a casa (arrivo a Cuneo alle 21:19), stanchi, ma appagati dall'entusiasmante escursione di oggi in ottima compagnia, tra i colori, i paesaggi e il dolce clima della Riviera dei Fiori, nonché soddisfatti dall'ottima occasione per festeggiare in modo insolito e straordinario il prossimo otto marzo.
Ah, dimenticavo, se contiamo anche il tragitto in treno, è stato pur sempre un percorso ad anello!
Escursione effettuata il 15 Febbraio 2023
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Antonio, Doina, Fiorentino, Franco, Frank, Giovanna, Giulia, José, Luisa, Maria, Maria Teresa e Mary.
Località di partenza: Airole 121m
Punto più elevato raggiunto: strada Villatella 362m
Dislivello cumulato in ascesa: 950m
Sviluppo complessivo del percorso: 19 km
Tempo in movimento: 6h 30'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Relive