Ultimo colpo di coda di un'estate fuori stagione o anticipo dell'estate di San Martino...checchessia, siamo stati beneficiati da una splendida giornata per uno splendido giro ad anello. Siamo in Valle Po, front-office con il Monviso, percorrendo da Meire Dacant, sopra Oncino, il vallone Alpetto in ascesa e il vallone Bulè in discesa, con il gradevole intermezzo del rifugio Alpetto (primo rifugio del CAI), del lago omonimo e della panoramica Punta Murel.
Risaliamo la Valle Po in auto fino ad imboccare, dopo Calcinere sulla sinistra, il bivio per Oncino, un comune che esiste di nome, ma non di fatto. Mi spiego. Oncino, come altri comuni delle nostre Vallate (Ostana, Elva, Pontechianale, Bellino...) hanno un nome che non corrisponde ad una determinata località, ma bensì ad un territorio comprendente le frazioni e le borgate che lo compongono. Così è Oncino, formato da non so quante borgate (Villa, Ruera, Ruata, Ruetto, Serre, Caus, San Ilario, Arlongo, Bigorie, Serre Logie, Chiotti, Dacant...), paese che per secoli fu il centro più insigne dell’alta valle, per la vastità dei suoi pascoli e per l’abbondanza di bestiame bovino.
La strada per arrivarvi è assai tortuosa; dopo due tornanti diparte sulla destra la mulattiera (che fu un'antica via del sale) risalente verso la cappella della Madonna del Bel Fò, mentre la nostra strada prosegue serpeggiando nel bosco di latifoglie fino alla borgata Ruata, dove sulla sinistra si stacca la strada per Serre.
Noi proseguiamo sulla destra (indicazioni per rifugio Alpetto) arrivando in breve al capoluogo della borgata Villa, sede del municipio e della bella parrocchiale di Santo Stefano nonché delle poste e di qualche negozio.
Svoltiamo a sinistra intraprendendo la strada, sempre asfaltata, ma molto più stretta, che sale fino al parcheggio presso le Meire Dacant.
Di qui, zaino in spalla, ci avviamo mentre il nostro sguardo è attratto dalla già soleggiata Rocca Bianca, che richiama alla memoria la bella leggenda locale, secondo cui al mattino le fantine (cioè le fate silvane del posto) facevano il bucato e stendevano i loro indumenti di canapa sulla montagna che da allora si chiama Rocca Bianca. I montanari vedevano camicie e lenzuola delle fantine stese ad asciugare, ma non le toccavano: se mai l’avessero fatto, le fantine li avrebbero presi a sassate. In proposito, in valle Po, si racconta che furono le fantine a insegnare alle donne a tessere e a cucire...
A questo punto imbocchiamo il bel sentiero, ottimamente segnalato da paline e tacche bianco-rosse che entra nell'ampio vallone Alpetto sui versanti del quale sta ancora pascolando una consistente mandria di bovine che inonda la valle con il suo caratteristico allegro scampanellio.
Usciamo dal cono d'ombra intravedendo la punta del Monviso che occhieggia oltre il crinale. Il sentiero inizia a salire verso il passaggio denominato “Gruppo dell'Alpetto” e la temperatura ancora estiva c'invita a ridurre gli strati di vestiario.
Le pendenze ora iniziano a diventare più impegnative, infatti in questo tratto di salita si compie buona parte del dislivello positivo dell’intera escursione.
Percorriamo in costante salita alcuni tornanti, in un contesto davvero molto selvaggio e suggestivo ammirando le cascatelle formate dal ruscello
Raggiungiamo la cima della barriera rocciosa che sembrava sbarrare il nostro cammino, ed entriamo ora in una profonda conca solcata dal torrente. Oltrepassata la strettoia del Passo (2185m), ottimo punto panoramico sul vallone dell'Alpetto fin giù verso Oncino, il sentiero arriva in un incantevole pianoro pascolivo che apre una magnifica vista sul Re di Pietra e sulla sua corte. Il posto merita una sosta per la colazione ed è qui, lungo il sentiero, che incontriamo una spaesata genzianella, ingannata dal clima e fiorita anzitempo.
Proseguiamo e in breve intravediamo una bandiera tricolore sventolante sul crinale davanti a noi, verso il quale ci dirigiamo, attraversando il rio Alpetto su un ponte in pietra, per arrivare con un ultimo strappetto al (nuovo) rifugio Alpetto (2268 m).
Il rifugio, inaugurato nel 1998, dispone di 24 letti in una struttura bellissima incastonata perfettamente nel paesaggio circostante ed è gestito dal CAI di Cavour.
Poco distante dal moderno rifugio sorse, nel 1866, la prima struttura ricettiva del Club Alpino Italiano, il ricovero dell'Alpetto, che costituiva un punto d'appoggio nella salita al Monviso dalla Valle Po. Questa struttura rimase in funzione fino al 1905, poi fu sostituita dal rifugio Quintino Sella, più ampio e confortevole. Nel 2011.la struttura del vecchio ricovero è stata trasformata nel Museo degli albori dell'alpinismo, struttura museale dedicata appunto agli inizi (anni 1850-1860) dell'alpinismo italiano.
Il museo ex-ricovero, s'affaccia sul bellissimo lago di Alpetto che, di per sé, varrebbe già la pena dell'escursione. Davanti all'ingresso originano tre sentieri: a destra per il Rifugio Sella e il Passo Gallarino, a sinistra la poco evidente traccia per l'Alpe Bulè, e di fronte il breve sentiero che scende sulle sponde del Lago di Alpetto. Seguiamo la traccia di sinistra con un traversone costeggiante il lago per salire, più avanti tra rocce montonate, al colletto del Lu (2384m). Svoltando a sinistra e seguendo gli ometti su una labile traccia che traversa il versante Sud, raggiungiamo la cresta Est e, dopo poche decine di metri, la vetta della Punta Murel (2449m), “cima Coppi” dell'odierna escursione.
Vetta poco conosciuta ma dalla posizione privilegiata sul Monviso e sulle cime che lo circondano, nonché sulla dorsale divisoria con la Val Varaita, fino ad arrivare sulla pianura del saluzzese e del torinese.
Terminata la parte di salita del nostro anello e trovata una bella posizione vista Monviso, ci concediamo la meritata pausa per il pranzo con annessi e connessi di dessert, caffè e “pusacafè”. Ultima novità della Compagnia il controllo della pressione, con l'apposita macchinetta, per verificare il buon stato di salute prima di affrontare la discesa!
Iniziamo pertanto a scendere verso il vallone del Bulè con bella vista sul Péiro Jauno o Rocca del Lu e poi giù fino alla solitaria Meira Bulè, sovrastata dagli omonimi Alpe e Laghi.
Qui incrociamo il sentiero per il Colle di Luca che affianca la destra orografica del rio Bulè. Lo seguiamo discendendo gradatamente in questo vallone dal fascino selvaggio con il lato Nord-Ovest roccioso e scosceso e la parte opposta ricca invece di estese praterie e di acqua.
Quando il vallone vira verso Sud-Est, il sentiero attraversa il rio su una passerella in legno e sale dolcemente traversando i pascoli fino ad arrivare sul crinale divisorio con il vallone di Alpetto, contraddistinto dalla Croce Bulè, qui messa per ricordare il rastrellamento di 25 giovani partigiani trucidati dai nazifascisti tra l’1 e il 2 aprile del 1944.
Proseguiamo sul sentiero che ora segue la cresta su una carrareccia in discesa attraversando un lungo tratto recintato per raggiungere le Meire Dacant, presso le quali ritroviamo il parcheggio ove abbiamo lasciato l'auto e qui chiudiamo il nostro grandioso anello odierno.
Note toponomastiche
Oncino (Comune di): nome locale provenzale Ouncìn. Pare che il toponimo faccia riferimento alla sinuosità del bacino della vallata.
Dacant (Meire): il toponimo, dal provenzale locale 'da cant', di fianco, potrebbe porsi in relazione alla posizione dei casolari allungati lateralmente rispetto al fondovalle.
Alpetto (Vallone, Rio, Rifugio, Lago): il senso originario, dalla radice prelatina 'alp', di montagna si è esteso localmente per fare riferimento a località pascolive d'alta montagna (alpeggi).
Murel (Punta): deriva il nome dal provenzale 'murét', marmotta.
Bulè (Vallone, Rio, Meira, Alpe, Croce, Laghi): l'interpretazione del significato del toponimo non è unanime. Benché sia evidente l'assonanza con il termine piemontese 'bölè', fungo, pare più probabile una italianizzazione della voce provenzale 'viòl, viulè' in relazione all'antica sentieristica per la quale si accede all'alpe.
Escursione effettuata il 12 ottobre 2023
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Franco, Frank, Luisa e Maria Teresa
Località di partenza: Meire Dacant di Oncino 1606m
Punto più elevato raggiunto: Punta Murel 2449m
Dislivello cumulato in ascesa: 932m
Sviluppo complessivo del percorso: 14,5 km
Tempo in movimento: 5h 40'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Relive