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Escursionismo : Salita al bivacco Sigot nel vallone di Galambra
Autore: Beppe46 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 24/07/23 18:55
Notizia riferita al: 18/07/23
Letture: 402

Salita al bivacco Sigot nel vallone di Galambra

Località di partenza: Parcheggio poco prima del rio di Galambra mt. 1780
Dislivello: mt. 1140
Tempo di salita: 4 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 1 Alta valle Susa

In ricordo di Mario Sigot, alpinista caduto anni fa sulla Grand Hoche, il CAI di Susa ha realizzato un bivacco posizionato nell’alto vallone di Galambra sopra Exilles in valle Susa.
Punto di partenza per accedere ai cinque tremila che lo attorniano, vale a dire il Truc Peyrous, la Cima del Vallonetto, la Punta Galambra, la Punta Sommeiller e la Punta d’Ambin , il bivacco sempre aperto possiede otto posti letto ed è dotato di coperte, tavolo e panche, persino di illuminazione fornita da un piccolo impianto, acqua non molto distante. Normalmente lo si raggiunge dal vallone di Galambra: data la sua felice posizione, oltre alle cime citate, è possibile valicare scendendo verso Bardonecchia percorrendo la Valfredda oppure il vallone di Rochemolles. Ambienti a suo tempo fortemente militarizzati come testimoniato dai ruderi dei ricoveri, alcuni sentieri alternativi, impegnativi, di recente risegnati e mantenuti, permettono di traversare rimanendo sempre in quota così raggiungendo prima quello che sale al bivacco Blais al colle d’Ambin est e da questo il monte Niblè oppure il rifugio Vaccarone passando dal passo Clopacà.
La salita al bivacco Sigot, lunga e faticosa, rimane pur sempre appagata dall’ospitalità che la struttura offre non che dall’ampissima veduta che da lassù si gode sulle cime che l’attorniano.

Salendo in alta valle di Susa, superata Exilles con il suo storico forte e poi la frazione Deveys, appena oltre i due ravvicinati tornanti si lascia la statale prendendo a destra per la borgata Eclause e altre località. Salendo a svolte la strada che si percorre incontra prima il borgo di Fenils, poi, al successivo bivio si svolta a destra per il rifugio Levi –Molinari sorpassando Eclause da sopra.
La strada sempre asfaltata si restringe e continuando si porta progressivamente verso l’ampia conca di Galambra dove si può lasciare l’auto all’ampio parcheggio predisposto prima del ponte sul rio, oppure più avanti negli spazi a lato strada.
Trascurata l’indicazione per le Grange della Valle, superata l’ex colonia Viberti, poi quella che dice come raggiungere il rifugio Vaccarone per il passo Clopacà, ci di dirige verso il rifugio Levi- Molinari trovando subito l’indicazione per salire al bivacco Sigot segnalato a quattro ore c.ca.
Il sentiero che si percorrerà, l’802, molto frequentato, parte sul retro del rifugio e per tutta la salita sarà sempre evidente e ben segnato di biancorosso, con molti tratti scavati dal ruscellamento. Presenta tratti fortemente ascendenti, faticosi, soprattutto quelli che affrontano ripetute, ripide balze e quello che precede il raggiungimento del bivacco, mentre altri sono mitigati dalle ripetute svolte conformate per abbattere la forte pendenza.
Il primo tratto, in piano nel bosco, precede le successive svolte sullo scoperto pendio così rasentando le dirupate pareti nord del monte Chabrière grondanti acqua. Oltre la croce posta in ricordo di un soldato caduto, si affrontano nell’ordine le due vallette discendenti da questo monte, la seconda ricca di risorgive. Mai cessando di salire, faticosamente di perviene più avanti al segnalato bivio per il monte Chabrière oltre il quale termina la copertura arborea. La balza che segue permette di raggiungere la grande conca dominata in alto dal rudere del ricovero già in vista mentre di lato primeggia l’estesa mole nel monte Niblè. Sempre trovando la traccia come farsi strada, alternando lunghi e brevi traversi a ripetute svolte, sempre salendo si raggiunge così poco per volta la spalla che permette di scendere al corposo rio di Galambra lasciando sulla destra il lago delle Monache ormai ridotto a pozza. Guadato il rio si affrontano le ravvicinate svolte con i brevi traversi sotto le guglie del Piccolo e Gros Beuri che guadagnando in progressione quota portano in alto al segnalato bivio oltre il quale lungamente traversando è possibile raggiungere il sentiero 803 che sale al bivacco Blais. Con ripetuti alti-bassi la traccia si porta ora in direzione dei rami del rio, che si guadano, oltre i quali il sentiero s’impenna. Percorrendo un ripido versante fatto di rocce rotte e sfasciumi con tratti per la linea di massima pendenza per fortuna mitigati da ripetute svolte, poco per volta, faticosamente si guadagna il poggio sul quale sorge il rosso bivacco Sigot mt. 2921 dominato dalla sovrastante ocra mole del monte Truc Peyrous, mentre alla sua sinistra s’intravede lo storico “Passaggio del ghiaccio”.
4 ore e 15 minuti c.ca dalla partenza.
Come detto nella presentazione il bivacco Sigot può essere punto di partenza per raggiungere i cinque tremila che lo attorniano, tutti facili da raggiungere se si esclude la Cima del Vallonetto, un tantino impegnativa sul la quale di recente è stato ristrutturato un minuscolo ricovero di fortuna. Senza particolari problemi da colle di Galambra è possibile valicare percorrendo la Valfredda, mentre dai passi Fourneaux si scende nel vallone di Rochemolles e poi a Bardonecchia passando dal rifugio Scarfiotti.
Si rientra per l’itinerario di salita.
3 ore c.ca dal bivacco Sigot.
Avendo del tempo a disposizione si può decidere di traversare in direzione del sentiero 803 che porta al bivacco Blais al colle d’Ambin est raggiunto e preso che si ha con questo scendere a valle.
Questa variante allunga il percorso di discesa di c.ca 45 minuti.

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