Home | Foto | Video | Notizie | Agenda | GPS | Articoli | Meteo | WebCams | Contattaci | Aiuto

Menu principale

Album foto

Foto a caso

Escursionismo : Laghi dei Luset, da Pian Munè
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 18/07/23 00:39
Notizia riferita al: 13/07/23
Letture: 550

Un gradevole percorso tra praterie alpine e mèire, cioè malghe ospitanti nel periodo estivo il bestiame e i pastori. Meteo permettendo, un panorama eccezionale sulla pianura e sul Monviso. I laghi dei Luset, sito riproduttivo della rana alpina (Rana temporaria), sono piccole perle d’acqua incastonate tra le punte Testa di Cervetto (o di Nonna), Garitta Nuova (o Gardiola Lunga) e Riba del Gias.
In verità il programma iniziale era ben più ambizioso e prevedeva il raggiungimento di tali laghi dall'alto, previo un largo anello passante sulla cresta delle cime che li contornano. Per questa volta ci accontentiamo di un percorso più diretto, senza rinunciare ad un mini-anello attorno a Pian Croesio.
Peccato per il meteo, senza pioggia, ma ricco di ampie lenzuola di nebbia che costantemente hanno celato gli eccezionali scorci che il tracciato è in grado di offrire.
In auto risaliamo la Valle Po fino a Paesana svoltando, dopo poche centinaia di metri dalla rotonda, sulla strada che sale per una dozzina di chilometri sulla sinistra verso Pian Munè.
Parcheggiamo nell'ampio piazzale dell'omonimo rifugio (1535m) presso la partenza della seggiovia e, zaino in spalla, lasciando sulla destra gli impianti, imbocchiamo la stradina pianeggiante attorniata da betulle, che incrocia più avanti il bivio che scende sulla sinistra verso il rifugio Bertorello e il Colle di Gilba.
Noi proseguiamo sulla destra, seguendo l'ampia sterrata che da qui inizia sensibilmente a salire con larghi tornanti che si affacciano a tratti sulle sottostanti Grange di Pian Munè e sull'omonimo rifugio da cui siamo partiti.
Salendo ci giungono tra la nebbia le scampanellate di una mandria in alpeggio che, scopriremo al ritorno, formata da belle bovine di razza piemontese. Il rintocco dei campanacci mi ha fatto venire in mente ciò che in merito scrive Matteo Righetto nel “Sillabario alpino”. Il campanaccio, avendo il duplice fine di evitare al capo bovino di perdersi e di tenere lontano le vipere, sovente, sull'arco alpino, nei riti religiosi e in manifestazioni tradizionali folcloristiche, viene usato come strumento apotropaico, dotato cioè di una particolare carica magica capace di allontanare o inibire gli influssi malefici. E forse è proprio per questo che, senza saperlo, l'eco dei campanacci ci allieta così tanto quando camminiamo in montagna!
Giunti al quarto tornante (1650m circa) non possiamo evitare di fermarci all'ingresso della stradina di un bella baita, allestito come sosta per gli escursionisti, dotato di fontana di acqua sorgiva, scivolo e motoslitta in legno per bambini, tavolo con panche e ciotola per dissetare gli amici a quattro zampe. Complimenti ai volontari autori di tale lavoro!
Più avanti, dove la strada si avvicina alla seggiovia, continuiamo verso sinistra inoltrandoci nell'abetaia e superando il compluvio del Cumbal Virett.
Al termine del bosco ci affacciamo sulla fiabesca conca delle splendide Meire Pian Croesio (1843m), conosciute anche come “borgata-presepio”.
Sosta alla fresca fontana accanto al bel pilone votivo dedicato alla Madonna e, con un lungo traversone su pista inerbita in moderata salita, sbuchiamo nell'ampia prateria di Pian Croesio, solcata dallo skilift del Fontanone e in vista della baita-ristorante presso l'arrivo della seggiovia.
Senza raggiungere la baita tagliamo in diagonale il pascolo guadagnando, poco oltre la Rocca della Crivella, la carrareccia che seguiamo sull'ampia cresta verso l'abbeveratoio denominato Fontanone.
Riteniamo inutile, visto il persistere della nebbia, salire sulla Testa della Sendua, miglior punto panoramico sul Monviso.
Dal Fontanone, seguendo l'indicazione, c'inoltriamo sulla sterrata pianeggiante nel valloncello del rio Frassaia arrivando poco dopo al casotto della presa dell’acqua minerale Eva, con zampillo per gustarla. Più avanti si stacca un sentierino sulla sinistra con palina segnaletica, che va ai laghi evitando l’alpeggio delle Meire di Luset.
La salita qui si fa più ripida, lungo un sentiero con ometti di pietra, con alcuni tornanti, fino al primo dei due laghi, a quota 2135m, mentre l’altro, più piccolo, si trova a poca distanza, aldilà di un dosso morenico, e si presenta parzialmente interrato. Entrambi i laghi sono il sito di riproduzione della rana alpina o rana montana (Rana temporaria L.) comunemente chiamata anche rana rossa.
Le coperte di nebbia intanto hanno lasciato libere le cime che ci circondano permettendoci d'individuare le vette della Garitta Nuova, del Monte Riba del Gias e del suo contrafforte, la Rocca delle Gure, nonché della Testa di Cervetto.
La collinetta tra i due laghi si presta anche bene per sistemarci comodi a consumare il pranzo che oggi è un vero “spatuss” con gran finale di due torte (alla frutta e alla nocciola) da leccarsi i baffi e le dita, accompagnate da un ottimo moscato spumante! Il tutto per festeggiare un compleanno e un anniversario di matrimonio, che miglior modo non si poteva trovare.
Il ritorno lo facciamo sullo stesso percorso dell'andata fino a Pian Croesio dove raggiungiamo la baita presso l'arrivo della seggiovia.
Un'amenità: qualcuno (non diciamo chi), in mattinata, salendo ad una certa distanza dalla baita si era chiesto com'era stato possibile parcheggiare un'auto in alto su un fienile... al ritorno viene svelato l'arcano. Trattasi in effetti di una gigantografia pubblicitaria di un'auto applicata al fienile...ah,ah,ah!
Ora scendiamo sulla stradina più diretta del versante della seggiovia ricongiungendoci al percorso iniziale di salita e chiudendo così l'anello di Pian Croesio.
In ultimo completiamo il bel giro di oggi sostituendo gli scorci panoramici, negateci dalla nebbia, con la catalogazione della ricca fioritura che questa stagione ci sta regalando.
Brevi note toponomastiche
Paesana (Comune di): il toponimo potrebbe derivare dal latino 'pagus-pagensis', col significato di villaggio o borgo rurale.
Croesio (Pian, Meire): toponimo derivante dal tardo latino 'crosum', cavità, che qui assume il significato di marcata depressione.
Luset (Laghi dei, Meire di): derivazione probabile dal latino 'lacus' e dal provenzale ' laus' indicante uno specchio lacustre.

Escursione effettuata il 13 luglio 2023
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Carla, Frank e Maria Teresa
Località di partenza: Rifugio Pian Munè 1535m
Punto più elevato raggiunto: Laghi dei Luset 2135m
Dislivello cumulato in ascesa: 690m
Sviluppo complessivo del percorso: 14 km
Tempo in movimento: 4h 30'
Difficoltà: T (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps


Stampa la pagina Manda la notizia a qualcuno Crea un PDF con questa notizia
Commenti
Visualizzazione:
I commenti sono proprietà dei rispettivi autori.
Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.

Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 18/7/2023 0:42  Aggiornato: 18/7/2023 0:42
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 703
 Re: Laghi dei Luset, da Pian Munè
Descrizione del percorso: Adriano
Fotovideocronaca: Adriano e Maria Teresa
Tracciato GPS, elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
Accesso
Nome utente:

Password:


Registrati

Hai perso la password?

Condividi

Cerca
Google


Ricerca avanzata


Installa motore di ricerca

Utenti connessi
63 utenti sono connessi

Iscritti: 0
Visitatori: 63

altri...

Pubblicità

   


Google
LaFiocaVenMola.it - info@lafiocavenmola.it