Oggi ci eravamo prefissi un bell’anello nel Vallone di San Giacomo di Demonte percorrendo tutta la cresta del grande anfiteatro che racchiude al fondo le cime Grum, Bram, dell’ Omo, Borel, ma non avevamo pensato che siamo ormai giunti al tempo della transumanza che può influire sulla tempistica e sui percorsi programmati.
Infatti, poco prima di giungere a Trinità di Demonte nel Vallone dell’Arma, incontriamo un primo gregge di pecore che riusciamo a superare grazie all’attenzione dei pastori ed al fatto che consisteva di relativamente pochi animali, ma più avanti, prima di San Giacomo di Demonte troviamo un furgone con il cartello “Trasporto animali” che segue un enorme gregge di pecore che impediscono del tutto il superamento.
Ci accodiamo di buon grado ma giunti a San Giacomo il gregge devia nel Vallone di San Giacomo, meta del nostro programma odierno, per cui parcheggiamo le auto nello slargo prima del ponte all’inizio della borgata (1305 m) e dopo un rapido consulto decidiamo di proseguire a piedi e magari di accorciare l’anello che ci eravamo prefissati, dal momento che il meteo segnala possibilità di piogge al pomeriggio.
Indossiamo quindi gli zaini, risaliamo la strada fino al bivio davanti ad un ampio lavatoio con la palina direzionale per il Bivacco Bernardi ed iniziamo a risalire a destra la strada asfaltata in mezzo al verde dei boschi fino ad accodarci al gregge. Non ci rimane che seguire il lavoro dei tre giovani pastori, due ragazzi e una ragazza, che chiudono il gregge accompagnati dal magnifico lavoro di tre cani che controllano i lati e la fine del gregge, composto da 600 pecore, mentre sul furgone viaggiano altre 4 pecore che, a detta della ragazza, non erano in grado percorrere tutto il tragitto, ma: “non potevamo mica non portarli in montagna!”.
Raggiungiamo finalmente il ponte che attraversa il rio dove l’ampio parcheggio permette agli animali di fermarsi ed a noi di superarli e riprendere il nostro percorso (1537 m).
Proseguiamo sulla strada asfaltata lasciando sulla destra il sentiero che segue il rio prevedendo che più in avanti la folta vegetazione avrebbe senz’altro invaso il tracciato, come infatti verificheremo dall’alto.
La strada sale compiendo un ampio giro, superiamo i nuovi edifici del Gias Bourel (1660 m) e con ampi tornanti ci portiamo in alto sui bei prati di un verde intenso costellati di asfodeli e fiori di giglio bianco.
Per gli antichi greci, gli asfodeli crescevano nei prati dell’Aldilà, precisamente nel mezzo, tra il Tartaro, il regno degli empi, e i Campi Elisi, il paradiso per i più meritevoli, creando una distesa fiorita destinata a quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi, “per li prati d’asfodelo vestiti/ L’alma da me sen giva a lunghi passi” narra Ulisse.
Nella tradizione cristiana, invece, l’asfodelo è detto anche bastone di San Giuseppe, infatti, quando i sacerdoti del tempio dovettero scegliere un marito per Maria chiesero un segno divino: l’uomo il cui bastone sarebbe fiorito sarebbe stato lo sposo della ragazza. Il miracolo avvenne, come tutti sappiamo, tra le mani di San Giuseppe che portava con sé proprio un bastone di asfodelo.
Dopo il bivio per Gias Contard che lasciamo a sinistra, la strada diventa sterrata e con un lungo percorso lievemente in salita raggiungiamo Il Gias della Sella (1848 m).
Abbandoniamo la carrareccia e deviamo a sinistra (palina per Bivacco Bernardi) su sentiero assai ripido puntando verso una cascatella che si vede in alto. Superiamo tenendoci a sinistra un primo salto e raggiungiamo Chiot Subeiran (2071 m) con i ruderi di vecchi gias, dove il sentiero si perde, ma più in alto, a sinistra, un grosso ometto indica dove proseguire e salendo in diagonale verso sinistra aggiriamo un costone erboso e con un lungo diagonale verso destra raggiungiamo l’ampia valletta prativa con il Laghetto del Bram (2197 m) e poco più in alto il Bivacco Bernardi (2205 m).
Di recente costruzione a cura del Cai di Cervasca (2017), il bivacco sorge sulle sponde del Lago del Bram ed è intitolato alla giovane appassionata di montagna Roberta Bernardi prematuramente scomparsa nel 2012. Si tratta di una bella e accogliente struttura in legno che ospita 8 posti letto (a castello), un tavolino e due panchette.
Dopo una rapida sosta per un piccolo spuntino riprendiamo la salita evitando il sentiero a destra verso il Grumot, ma saliamo a sinistra su una labile traccia, ometto evidente in alto, che permette di evitare un largo giro e di raggiungere il sentiero molto più in alto dopo aver superato un colletto innevato con una ricca fioritura di crocus multicolore. Deviando a sinistra raggiungiamo la cima del Monte Grum (2367 m) avvolti dalla nebbia che sale dalla Valgrana.
Appena il tempo di scattare la foto presso la piccola croce di rami intrecciati e proseguiamo verso il Monte Bram seguendo la cresta facilmente percorribile che ci porta dapprima ad un colletto per poi scendere pochi metri di quota su terreno misto di terriccio e erba per aggirare sulla sinistra la vetta della quota 2346. Dopo pochi metri risaliamo in cresta superando un breve tratto su una paretina strapiombante e superata la stretta forcella ci troviamo in una piccola valletta erbosa racchiusa da pinnacoli rocciosi da cui sbuchiamo su un ripido pendio erboso che ci porta alla croce di cima (2357m) immersa nel nebbione.
Di qui iniziamo la discesa verso il Colle Aigaversa sempre in cresta, ma dopo alcune decine di metri decidiamo di scendere per prati diretti al Bivacco Bernardi. La discesa su erba non risulta delle più semplici ma in compenso ci regala uno spettacolo magnifico grazie alle centinaia di fiori di genzianella che dipingono di blu-viola i prati che attraversiamo. Finalmente raggiungiamo nuovamente il bivacco Bernardi e ne approfittiamo per consumare il pranzo su comode panche attorno ad un tavolo riparati dal vento freddo che intanto si è alzato.
Finito il pasto e ripulito il bivacco iniziamo la discesa ripercorrendo il percorso dell’andata. Intanto il cielo si è oscurato ed iniziano a scendere le prime gocce mentre in fondo ci appare l’aguzzo sperone della Pera Puntua, nera in uno squarcio chiaro del cielo. Affrettiamo il passo e riusciamo ad arrivare alle auto rinfrescati solamente da qualche goccia.
Escursione effettuata il 15 Giugno 2023
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio, Franco, José e Maria Teresa.
Località di partenza: San Giacomo di Demonte (1305 m)
Punto più elevato raggiunto: Monte Grum (2367 m).
Dislivello cumulato in ascesa: 1100 m
Sviluppo complessivo del percorso: 19,5 km
Tempo in movimento: 5h 20'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
Percorso interattivo Relive