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Escursionismo : Anello sui sentieri di Venasca Outdoor (2^ parte*: Patate e Pois, sentiero di Cresta e di Isasca (con la variante del Santuario di Santa Lucia)
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 15/04/23 11:13
Notizia riferita al: 30/03/23
Letture: 466

Il tragitto di oggi della Compagnia dell'Anello prevede un secondo giro ad anello, sempre sul versante di sinistra orografica della valle (l''adrit”), che percorre alcuni tratti dei sentieri di Venasca Outdoor: Patate e Pois, sentiero di Cresta e di Isasca (con l'apprezzata variante del Santuario di Santa Lucia). Si tratta di un bel percorso, molto vario e panoramico, adatto a tutti, con l'avvertenza che al momento attuale presenta un passaggio, nel traversone da Isasca al Pian del Colletto, particolarmente arduo e faticoso in un ripido canalino colmo di foglie su un fondale di rocce viscide.
Da rilevare che questa settimana la Compagnia dell'Anello probabilmente supera, o quanto meno eguaglia, il record riguardo al numero dei partecipanti: ci ritroviamo infatti in dieci al consueto appuntamento del giovedì presso lo scoiattolo di Confreria; dal redivivo Osvaldo, alla new entry Doina, ci siamo quasi tutti. Oltretutto, dall'originale gruppo rigorosamente maschile, via via la Compagnia si è andata trasformando in gruppo misto, tanto che le quote rosa oggi hanno sfiorato la parità: quattro contro sei. Proseguendo di questo passo, a breve termine, come ormai si va constatando in quasi tutte le congregazioni di escursionisti, le donne raggiungeranno la maggioranza assoluta.
Raggiungiamo l'abitato di Venasca, m 550 circa s.l.m., posizionando le auto nell'ampio parcheggio prospiciente il camposanto; armati di zaino, bastoncini e scarponi percorriamo un breve tratto di Via Cuneo fino a sfociare in Piazza Martiri, attraversata la quale si arriva in prossimità del ponte sul torrente Varaita, che non attraversiamo, perché sulla sinistra seguiamo una stradina, parte asfaltata e parte sterrata (tabella segnaletica “sentiero delle patate e dei pois”) che, costeggiando l'argine destro idrografico del predetto torrente, va a immettersi sulla strada che conduce al secondo ponte a scavalco del Varaita.
Attraversato il corso d'acqua, svoltiamo a sinistra e percorriamo per circa 300 metri la strada provinciale della Valle Varaita; poco dopo aver oltrepassato il bivio a destra per Isasca, c'inoltriamo finalmente, sempre sulla destra, lungo una stradina sterrata che in breve attraversa alcuni casolari della borgata Marauda.
Richiesta qualche conferma sul tragitto da percorrere ad un gentile abitante del luogo, s'inizia ora a salire lungo una pista-mulattiera che va a penetrare una foresta d'invasione, costituita principalmente da frassini, ciliegi e qualche conifera, con un sottobosco fittissimo e impenetrabile di rovi e cespugli vari. Quasi sicuramente queste prime pendici erano popolate da castagneti, terreni coltivati e prati pascoli: il taglio sconsiderato degli alberi durante il periodo delle due guerre mondiali, ed il progressivo massiccio trasferimento umano dalle vallate alpine alle città, hanno fatto sì che la natura si riappropriasse di quanto già era suo.
Superate le prime rampe, dopo un breve tratto pianeggiante, ecco un bivio privo di segnaletica: i due GPS a nostra disposizione ci segnalano di andare a sinistra, dove un bel ponticello in legno, di recente costruzione, sormonta un minuscolo rio, attualmente in secca.
Lungo questa traccia raggiungiamo in breve un gruppetto di case abbandonate; sulla facciata esterna del muro della prima di queste antiche abitazioni, resiste ancora un magnifico affresco, risalente all'anno 1797, in ottimo stato di conservazione, raffigurante il Cristo crocifisso con S.Giusepe, S.Bernardo, S.Lucia e S.Domenico.
Proseguendo, dopo alcune centinaia di metri si va ad incrociare una strada asfaltata che noi percorreremo verso destra, in discesa, verso l'austero Santuario di Santa Lucia (685m) al cui interno sono degni di nota gli splendidi affreschi di Netu Borgna. Non è dato sapere come sia giunta quassù la devozione a Santa Lucia, martire siracusana del IV secolo, protettrice della vista. La prima cappella risale all'anno 1725, successivamente ampliata e restaurata e la festa si celebra con grande solennità, la terza domenica di settembre.
Proseguendo in discesa superiamo la fiorita borgata di Tetti Violino andando ad incrociare la strada provinciale per la Colletta di Isasca.
Breve tratto di blanda salita e si giunge alle prime abitazioni di Isasca: dal largo piazzale antistante la chiesa, a destra ha inizio un'ampia strada, sempre asfaltata, che con alcuni tornanti raggiunge i casolari di Puncin (Poncino per la segnaletica stradale); poco dopo abbandoniamo sulla destra la strada per inoltrarci lungo una sterrata (indicazione Pian del Colletto h 0,45).
Dopo un km abbondante in falsopiano, si giunge al “Culet Bas” (Colletto Basso) presso il pilone di Madonna delle Grazie (790m). La presenza del pilone votivo, ove con la Madonna sono raffigurate Santa Rosa e San Giuseppe, segna l'importanza di questo valico per gli abitanti di Isasca e delle borgate vicine per raggiungere la valle Bronda e il mercato del sabato di Saluzzo, ma questo posto fu importante anche durante la seconda guerra mondiale dal punto di vista logistico per i contatti tra le formazioni partigiane dei due versanti e in particolare, dopo il blocco nazifascista di Piasco, gli approvvigionamenti per Venasca transitarono qui a dorso di mulo per un lungo periodo (non dimentichiamo che la strada provinciale che passa per la Colletta di Isasca, il Culèt àut, fu realizzata solo nel 1972)
Qui troviamo un altro cartello segnaletico che indica ancora “Pian del Colletto h 0,45” (non badiamo al tempo di percorrenza, ma sappiamo almeno che la direzione è quella giusta!).
Poco più avanti però comincia il bello: dalla tranquilla passeggiata che doveva essere, il percorso si trasforma in una trappola insidiosa e faticosissima: si deve risalire infatti una ripida traccia che taglia diagonalmente una pendice fortemente inclinata, popolata da stentati polloni di castagno e faggio. La traccia, molto incassata e scavata a causa probabilmente dell'azione di erosione e dilavamento dell'acqua piovana, è attualmente letteralmente invasa da un folto strato di foglie secche, già di per sé scivolose, che ricoprono, nascondendole alla vista, numerose rocce fortemente levigate, che risultano ancor più viscide e pericolose.
Raggiungiamo finalmente, tra sbuffi e imprecazioni di qualcuno, la località Pian del Colletto m 900, caratterizzato dalla serie completa di paline segnaletiche dei sentieri di Venasca Outdoor.
Da qui, proseguendo lungo la traccia di sentiero in direzione NE, affrontiamo l'ultima salita di giornata, per raggiungere il punto più alto dell'escursione, il Pilunas m 1094, amena sommità caratterizzata da un importante pilone votivo, dalla cui balconata si apre il colpo d'occhio sulla sottostante pianura del saluzzese, anche se oggi la densa foschia la fa da padrone. Il “Piliunas”, un pilone in pietra, recentemente ristrutturato, dedicato alla Madonna col Bambino, San Grato, San Chiaffredo e San Bernardo, fu eretto a fine ottocento come ex-voto a protezione delle attività agricole. Infatti questa panoramica sommità è un punto di riferimento meteorologico per gli abitanti della zona, specialmente per il sopraggiungere di tempo avverso e della temuta grandine.
Ritornati sui nostri passi al Pian del Colletto, proseguiamo sulla traccia con palina segnaletica “sentiero di cresta-Madala” cercando il posto giusto, cioè al sole e riparato dal vento (e se panoramico ancor meglio) e, trovatolo, ci concediamo una rilassante pausa pranzo allietata dalle torte e dai dolcetti che le “quote rosa” non ci fanno mai mancare, ma anche dagli assaggi dei diversi “crus” di genepy, nonché dalle barzellette di Osvaldo, oggi particolarmente in vena.
Alla ripartenza arriviamo in breve al Casale Madala, borgata soleggiata con case in pietra e tetto in lose ove in passato si allevavano bovini e ovini e si coltivavano patate, segale, castagni da frutto e frutteti.
Scendiamo ora verso il belvedere del Bric Madala (761m), - ottimo balcone panoramico con vista che abbraccia un buon tratto della bassa Valle Varaita, con Piasco, Venasca e Brossasco in primo piano - recentemente corredato di un grande crocifisso, opera di un artista locale, avente la caratteristica della corona del Cristo non di spine, ma di filo spinato, che, come spiega l'autore, è significativo e adeguato al periodo che stiamo vivendo. Il filo spinato è infatti un materiale usato oggi in tutto il mondo per creare perlopiù ulteriore sofferenza a chi già tribola, come le barriere contro i migranti, le linee di confine, ecc...
Ci aspetta ora l'ultimo tratto di discesa ripida, ma agevolata da un buon sentiero che ci fa sfociare sulla provinciale accanto alla caserma dei carabinieri, dove troviamo anche i pannelli esplicativi della sentieristica di Venasca
Attraversiamo il ponte sul Varaita ove si può ammirare, sul lato a valle, l'ampio bacino che alimenta la chiusa del canale irriguo consorziale di Venasca, Brossasco e Rossana, preziosa struttura a servizio della fiorente attività agricola del fondovalle.
Entrati nel paese ci gustiamo al bar della piazza il meritato caffè intessendo ipotesi sui prossimi anelli da percorrere nelle vallate dei nostri bei monti.
* la 1^ parte la trovi qui

Escursione effettuata il 30 marzo 2023
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio, Carla, Doina, Franco G, Frank, Maria Teresa, Mary e Osvaldo
Località di partenza: Venasca 542m
Punto più elevato raggiunto: Piliunas 1094m
Dislivello cumulato in ascesa: 888m
Sviluppo complessivo del percorso: 15,1 km
Tempo in movimento: 4h 45'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Wikiloc


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 15/4/2023 11:27  Aggiornato: 15/4/2023 11:27
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 668
 Re: Anello sui sentieri di Venasca Outdoor (2^ parte*: Pa...
Descrizione del percorso: Antonio e Adriano
Fotovideocronaca: Adriano e Maria Teresa
Tracciato GPS, elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
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