Home | Foto | Video | Notizie | Agenda | GPS | Articoli | Meteo | WebCams | Contattaci | Aiuto

Menu principale

Album foto

Foto a caso

Escursionismo : Anello di Santa Rosalia, Diano d'Alba e collina della Bernardina, da Alba
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 26/03/23 23:20
Notizia riferita al: 16/03/23
Letture: 543

Il fascino delle colline di Langa si fa valere in ogni stagione: dal risveglio della natura, con i filari spogli dei vigneti ben potati e allineati sui versanti solatii, al fulgore del periodo estivo che porta i grappoli alla maturazione delle fragranze esclusive dei grandi vini di questa terra, fino ai variegati caldi colori autunnali che accompagnano i profumi sprigionati dai tini dove fermenta il pregiato nettare...
E così la Compagnia dell'Anello ha voluto festeggiare l'approssimarsi della primavera con un prezioso duplice anello sugli immediati rilievi collinari che da Alba portano a Diano d'Alba a cavallo del crinale che poi prosegue verso l'alta Langa di Bossolasco e Murazzano.
L'idea è di Carla, albese new-entry della nostra Compagnia, che ci porta a curiosare tra i filari di una zona a prevalente coltura di dolcetto, uno dei vitigni più tipici e diffusi del Piemonte che, a scapito del nome, origina un vino secco. Si ritiene infatti debba il suo nome forse alla dolcezza dell’uva matura o, secondo un’altra teoria, al termine piemontese “dosset” (piccolo dosso) ossia una collina non particolarmente elevata.
Lasciamo l'auto ad Alba in corso Piave nel capiente parcheggio dell'impianto sportivo comunale intitolato ad Augusto Manzo, gloria albese della pallapugno (o pallone elastico, come si chiamava una volta).
Zaino in spalla, ci avviamo sui sentieri del ben tenuto Parco San Cassiano in cui sono immersi gli impianti sportivi: lo stadio, la pista di atletica e la piscina. Qui verificata l'impossibilità di salire sulla collina tramite la strada di Castelgherlone sbarrata da un cancello, costeggiamo per trecento metri corso Piave in direzione Est fino ad imboccare, prima della concessionaria Fiat, una stradina sterrata (senza nome) che, tra campi e prati, s'inerpica sulla collina.
Dopo due tornanti la strada termina nel cortile di una cascina, ma prima di questa è possibile accedere al soprastante sentiero attraverso un cancelletto apribile (che bisogna ricordarsi di rinchiudere dopo il passaggio).
Su questo bel sentiero, che si può anche imboccare da strada Cauda, saliamo gradatamente verso Ovest, lungo boschetti misti, tra i quali s'intravedono i misteriosi sentierini dei “trifolau”, fin nei pressi della cascina Castelgherlone dove lo sguardo inizia ad ampliarsi sulla sottostante località San Cassiano individuando, oltre l'alveo del fiume Tanaro, l'abitato di Roddi sul suggestivo fondale del Monviso.
In breve arriviamo al Pilone votivo dedicato alla Madre del Redentore intersecando la strada provinciale di Santa Rosalia la cui cappella vediamo stagliarsi davanti a noi.
La frazione collinare di Santa Rosalia o Rosaria (nome derivato dal Santo Rosario), fa riferimento al feudo legato al Cascinale di Santa Rosalia, ceduto alla Città di Alba da Carlo Emanuele III di Savoia nel 1742. Con il feudo, Alba poté fregiarsi del titolo di “Contessa di Santa Rosalia”, apponendo sul proprio stemma la corona comitale.
Ma, ancor più importante, qui ci troviamo circondati su tutti i lati dai vigneti dai quali ha origine il Dolcetto d'Alba DOC (Denominazione d'Origine Controllata ottenuta nel 1974), tradizionalmente il vino da pasto più bevuto nel cuneese, che è stato per secoli uno dei protagonisti della vita contadina piemontese e uno dei principali oggetti di scambio con la Liguria, da cui oltre l’olio e il sale, si importavano le acciughe, l’ingrediente principale di uno dei piatti tipici più famosi del Piemonte, la bagna caöda.
Salendo tra il maestoso mare delle colline che ci circondano abbiamo l'occasione di osservare un fatto singolare: una coppia di magnifiche lepri, incuranti della nostra presenza e delle auto (per fortuna poche), scorrazzano a più non posso inseguendosi tra i filari e sulla strada. Pare certo che tale comportamento anomalo sia da attribuire alla loro stagione degli amori che ha addirittura dato origine al detto anglosassone "mad as a March hare" ("pazza come una lepre marzolina")!
Arriviamo all'incrocio con la provinciale n. 32 ove finisce il territorio del comune di Alba e inizia quello di Diano d'Alba.
E a questo punto comincia un'altra storia del vino Dolcetto che qui può fregiarsi di una particolare denominazione solo se il vigneto è ubicato nel territorio di Diano. Parliamo del “Diano d'Alba DOCG” cioè del Dolcetto di Diano d'Alba a Denominazione d'Origine Controllata e Garantita, che nella graduatoria vinicola significa il massimo livello di controllo della qualità.
La differenza con le altre tipologie di vino Dolcetto è da ricercarsi nelle caratteristiche del vitigno, delicato ed esigente in fatto di esposizione, precoce ed amante delle forti escursioni termiche, che ha trovato sulle coste più alte e soleggiate di questo paese il suo ambiente ideale, ricacciando il bosco nei fondovalle ed il nocciolo sui versanti meno favorevoli.
La predilezione dei produttori vitivinicoli di Diano per questo vitigno e l’esperienza tramandata nelle generazioni ha individuato nel tempo così bene le posizioni migliori per i vigneti che è stato possibile delimitarle con precisione fin dal 1988; si chiamano Sörì, che in dialetto piemontese sta per “luogo solatio” e sono 76 in tutto le aree più vocate alla viticoltura, interamente comprese nel comune di Diano d’Alba, molte delle quali costituiscono oggi le “menzioni geografiche aggiuntive” che possono essere riportate in etichetta a seguito della denominazione.
Continuando il nostro cammino, dopo poche decine di metri sulla provinciale, imbocchiamo la stradina sulla destra sul “sentiero Rocche Baracchi”, purtroppo mal segnalato e in alcuni tratti boicottato e ostruito dai proprietari dei fondi attraversati, ma utile per osservare la varietà delle colture agricole in relazione alla tipologia del declivio: i vigneti (vecchi e di nuovo impianto, con potatura a speroni o guyot), i noccioleti e i boschi; il tutto con una vasta panoramica sul vicino castello di Grinzane Cavour e sulle colline verso occidente ove si produce sua maestà il Barolo.
Questo sentiero termina sulla provinciale che scende verso Grinzane Cavour che seguiamo fino al primo tornante ove svoltiamo a sinistra sulla carrozzabile di Valle Talloria, imboccando dopo poche decine di metri sulla sinistra la stradina in salita di fronte alla “Cantina dei produttori Dianesi”.
Costeggiando un noccioleto, arriviamo alfine in paese. Seguendo via Regina Margherita nella ripida salita sotto i bastioni perveniamo alla provinciale 32 e, con un ultimo sforzo, saliamo verso la piazza della bella parrocchiale in gotico piemontese intitolata a San Giovanni Battista e di seguito sul Belvedere, antica sede di un castello di origine medievale, che fu fatto abbattere da Vittorio Amedeo I di Savoia dopo il Trattato di Cherasco del 1631.
Dal Belvedere con un esclusivo scenario a 360°, lo sguardo spazia dall'arco alpino di Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia, e più vicino a noi ad oriente, sulle colline del Moscato e del Barbaresco, mentre ad occidente il panorama volge alle colline del Barolo e di tutta la valle del Tanaro.
Un certo languorino ci avverte che è ormai l'ora di pranzo e allora niente di meglio della storica locanda 'D Batista che ci delizia con le sue specialità langarole accompagnate naturalmente da un dolcetto Diano d'Alba DOGC di uno dei suoi 76 “sörì” d'eccellenza.
Non ci resta che riprendere la strada del ritorno percorrendo longitudinalmente la via centrale del paese sulla quale si affacciano alcuni edifici storici e continuando sulla collina dei Tardì che ci regala altri piacevoli scorci panoramici.
Più avanti abbiamo la fortuna di assistere ad un altro fatto singolare. In un noccioleto lungo la strada un trifolau sta tenendo in allenamento il suo prezioso cane che gira annusando il terreno sotto le piante e proprio mentre passiamo lo vediamo fermarsi in un punto e iniziare a raspare il terreno. Ad un comando del suo padrone si blocca e il trifolau con il caratteristico “sapin” (zappetta) inizia a scavare individuando un piccolo esemplare di Tuber Brumale varietà Moscatum o Tartufo Moscato, non di particolare pregio, ma sufficiente per far guadagnare al cane la paghetta (una crosta di pane) e a noi la soddisfazione di assistere in diretta al misterioso rito della ricerca dei tartufi.
Chiudiamo un primo anello ricongiungendoci con la provinciale 32 e la strada di Santa Rosalia che seguiamo fino all'omonima cappella. Poco oltre imbocchiamo sulla sinistra la sterrata con indicazione loc. S. Cassiano cascine Balarino – Bottonera – Quinterni che ci porta in saliscendi in vista degli estesi vigneti della tenuta Monsardo Bernardina di Ceretto.
Durante l'avvicinamento abbiamo la possibilità ammirare un magnifico bosco di querce tutelato come esempio di tartufaia del pregiato Tuber Magnatum Pico o tartufo bianco d'Alba.
Il tratto collinare offre suggestive aperture panoramiche sulla città di Alba e sui paesaggi collinari circostanti, oggi patrimonio dell’UNESCO, punteggiati dai numerosi castelli che da secoli dominano le colline delle Langhe e del Roero.
Raggiungiamo quindi la collina della Bernardina, luogo di interesse storico architettonico, oggi caratterizzato da contrasti tra architetture tradizionali rappresentate dalla villa padronale e moderne quali “l’Acino di vetro”, una installazione permanente affacciata sulle belle vigne, che fa da corollario ad un moderno spazio per l’accoglienza e per la promozione.
Chiudiamo anche il secondo anello rientrando sulla ciclabile da cantina di Roddi verso la località di San Cassiano, concludendo così questo bel giro percorso in ottima compagnia.

Escursione effettuata il 16 marzo 2023
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Antonio, Carla, Doina, Frank, José e Maria Teresa
Località di partenza: Alba località San Cassiano 177m
Punto più elevato raggiunto: Diano d'Alba 492m
Dislivello cumulato in ascesa: 455m
Sviluppo complessivo del percorso: 15,5 km
Tempo in movimento: 4 ore
Difficoltà: T (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Relive


Stampa la pagina Manda la notizia a qualcuno Crea un PDF con questa notizia
Commenti
Visualizzazione:
I commenti sono proprietà dei rispettivi autori.
Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.

Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 27/3/2023 2:20  Aggiornato: 27/3/2023 2:20
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 668
 Re: Anello di Santa Rosalia, Diano d'Alba e collina ...
Descrizione del percorso: Adriano
Fotovideocronaca: Adriano, José e Maria Teresa
Tracciato GPS, elaborazioni grafiche e coordinamento redazionale: Adriano
Accesso
Nome utente:

Password:


Registrati

Hai perso la password?

Condividi

Cerca
Google


Ricerca avanzata


Installa motore di ricerca

Utenti connessi
135 utenti sono connessi

Iscritti: 0
Visitatori: 135

altri...

Pubblicità

   


Google
LaFiocaVenMola.it - info@lafiocavenmola.it