La Compagnia dell'Anello ha provato questo bel sentiero nella sua massima lunghezza, ivi compresa la recente estensione all'interessante e arcana Barma Capitani.
Si dice che Pradleves sia il paese delle leggende non perché - come capitava quasi ovunque, i draghi, gli orchi, le masche, i silvani, i giganti e i diavoli abbondavano nelle storie raccontate dagli anziani nelle lunghe veglie invernali, seduti sulla paglia nel tepore della stalla – ma perché Pradleves è l’unico paese della valle Grana in cui ci sia stato un episodio di caccia alla streghe nel Seicento e perché i Pradlevesi sono degli “ammazza draghi”, i soli in tutta la valle capaci di porre fine alle terribili angherie del potente drago di Valchiausa. Da ciò è sorta l'idea di un tracciato sentieristico per celebrare e conservare questo patrimonio culturale immateriale, altrimenti a rischio di andare perduto. La Compagnia dell'Anello, attenta non solo agli aspetti ludici e paesaggistici dei percorsi affrontati, ma anche alla storia e ai condizionamenti socio economici e culturali che hanno segnato il territorio e la comunità che li ha vissuti, ha voluto percorrerlo per trovare le tracce, scovate dagli ideatori e dai volontari, e gustare le leggende, raccolte in pannelli dislocati lungo il tragitto, che parlano di orchi malvagi, uomini dalla forza incredibile, streghe malefiche, silvani benevoli, lupi sciocchi e volpi astute...
Senza tralasciare tuttavia il regalo, che il sentiero offre a chi lo percorre, di bei panorami sulla valle Grana, boschi fitti, prati, cappelle campestri, grotte, borgate, ma anche installazioni artistiche, animali e grandi e imponenti faggi capaci di “guardare” nel cuore della gente!
Ed eccoci arrivati a Pradleves dove, prima di uscire dal paese verso Castelmagno, troviamo sulla destra la piazzetta Sacco e Vanzetti dove possiamo parcheggiare dopodiché, zaino in spalla, imbocchiamo via Matteotti all'inizio della quale un tabellone descrive il percorso con le tre vie di fuga per chi volesse rientrare a Pradleves senza completare l'itinerario extra large. Sono pure illustrati i segnali che troveremo dislocati lungo tutto il tragitto per indicare la giusta via, costituiti da frecce giallo-rosse e dall'icona stilizzata dell'ape legnaiola (Xylocopa violacea), localmente conosciuta come “boumboùn nìe” o comunemente come bombo nero. Tale simbolo deriva dalla leggenda sulla Manho Boudrouno, la terribile strega che operava appunto con le sembianze di tale insetto.
Passando tra alcuni casolari risaliamo la bella mulattiera nel bosco, che accoglie già i primi tiepidi raggi di sole, arrivando in breve a Cialancia, ridente borgata ove trascuriamo il bivio che prosegue verso la borgata Cauri di Castelmagno e proseguiamo sul sentiero semipianeggiante traversando le basse pendici orientali della rocciosa Punta Freura.
In una radura che permette uno scorcio panoramico sul sottostante abitato di Pradleves troviamo installata una cornice rotondeggiante in legno che ben si presta per dei simpatici quadretti fotografici.
Dopo uno strappo deciso sulla sinistra usciamo dal bosco ammirando, aldilà di un'ampia area prativa, la borgata Grange dotata di un bel forno e sede della leggenda de “lou Drai”, l'orco che rintanato in un “pertus”, una caverna sotterranea, a volte privava il paese dell'acqua, altre volte la rigurgitava violentemente allagandolo, finché l'intervento divino fece crollare parte della caverna intrappolandolo e rendendolo inoffensivo, ma ancora oggi dall'ingresso della tana si può sentire, proveniente dalle profondità cavernose del Cauri, il suo gemito incessante...
Dopo il paese bisogna porre attenzione nell'individuare la traccia risalente il vallone del Cauri, da seguire fino all'imbocco dello stretto sentiero sulla destra che, dopo un lungo traversone, va a confluire nell'impluvio del Rio Gerbido, superandolo su un bel ponticello in pietra. Poco sopra raggiungiamo la provinciale che seguiamo arrivando alla borgata Presa, anch'essa dotata di un bel forno e di un'area soleggiata che ben si presta per una breve sosta.
Riprendiamo il cammino abbandonando l'asfalto al primo tornante per intraprendere una sterrata sulla destra che sale gradatamente e poi, in lieve discesa, transita presso la borgata Cugn. Più avanti si aprono ampi scorci sulla dorsale orografica destra della Valle Grana lasciando intravedere la Rocca Cucuja, la Punta dell'Omo, il Monte Bram e il Monte Grum e qui c'imbattiamo nella descrizione della leggenda della Manho Boudrouno, di cui abbiamo già detto parlando dell'insetto simbolo del Sentiero delle Leggende, la masca più temuta del circondario, finita sul rogo su denuncia del marito per evitare che trasmettesse le sue orribili arti alla loro figlioletta.
Più avanti troviamo la deviazione per raggiungere la cappella-santuario della Madonna degli Angeli, risalente al XVIII secolo, sovrastata da una croce lignea e attorniata da alcune sculture raffiguranti angeli e funghi, ma posta purtroppo in una posizione senza alcun panorama per la fitta boscaglia che la contorna.
Con un breve anello torniamo sulla strada asfaltata che seguiamo per poco in quanto sulla sinistra si stacca il sentiero, inaugurato da pochi mesi, che aggiunge un nuovo pezzo al Sentiero delle Leggende ampliandone il tracciato per raggiungere uno dei luoghi più misteriosi di Pradleves, dove leggenda e storia si mescolano: l'anello di "Barmo Capitani" che tocca e svela le costruzioni incredibili della Barmo e di "Lou pourtoun" (o "Uis dal Capitani") risalenti all'alto Medioevo o, forse, a molto prima.
La salita è impegnativa e raggiunge il punto più elevato dell'intero percorso (1260m) e qui, presso una vasta falesia, seminascosta tra gli alti faggi, troviamo la Barma Capitani, non ancora visitabile nella parte interna, ma che rende l'idea dell'immane lavoro eseguito da questo ex soldato di ventura, forte come superman, che qui costruì la sua abitazione e il suo allevamento di pecore. Si racconta pure che, cavalcando una giovenca, si recò nel fondovalle e rapì una fanciulla costringendola a diventare sua moglie...Cose d'altri tempi (ma non sempre...).
Scendendo sul viscido sentiero, con qualche innocuo capitombolo sul morbido materasso di foglie, ammiriamo “Lou pourtoun”, un'altra opera del Capitani costruita con enormi massi.
In fondo ritroviamo il sentiero percorribile da chi vuole omettere il passaggio alla Barma Capitani e più avanti troviamo un'altra deviazione che sale sulla sinistra permettendoci di raggiungere un'alta falesia sotto la quale troviamo la Barma Granda, un'ampia e profonda grotta ove sono visibili stalattiti e stalagmiti. Questa, come descritto nel solito pannello informativo, era l'abitazione della malvagia strega Manho Pertusino e del suo gufo. Questa masca con i suoi sortilegi creava grossi problemi ai pastori locali, ma il problema fu risolto da un “sarvanot”, un piccolo abitante del bosco che per proteggere la pecorella Belinéto dai malefici della strega, con uno stratagemma riuscì a farla uscire dalla caverna e farla precipitare in un burrone.
Rinfrancati dal lieto fine della leggenda e affascinati dalla bellezza del luogo decidiamo di fare qui la sosta per il pranzo a fianco di una bella riproduzione della pecorella Belinéto.
Torniamo sul sentiero principale scendendo nel bosco con prevalente pineta che più avanti diventa fitta e bella faggeta dove alcuni “occhi” disegnati sui tronchi ci scrutano con attenzione...
Arriviamo di seguito alla diroccata borgata Podio Soprano (Podio d'Toundin) da cui in breve discendiamo a Podio Sottano in una amena radura ove è installata una bella cornice rettangolare in legno che inquadra le belle cime di Punta Freura e del Monte Cauri: d'obbligo la foto ricordo...
Ora non ci rimane che seguire la sterrata che in saliscendi, compiendo un ampio semicerchio, ci porta verso il centro di Pradleves, non prima di esserci soffermati, nei pressi della borgata Seviana, a leggere l'ultima pannello delle leggende con l'arguta storia de “Lou loup e la vourp”, il lupo e la volpe, a dimostrazione che la scaltrezza può battere la forza.
Concludiamo questo bellissimo anello non senza dare atto e ringraziare tutti coloro che hanno dedicato tempo e lavoro per l'esecuzione e l'arricchimento culturale di questo sentiero facendolo diventare patrimonio usufruibile da tutti gli amanti della montagna. Grazie!
Escursione effettuata il 10 Novembre 2022
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Franco G, Frank, José, Luisa, Maria Teresa, Mary, Osvaldo e Stella.
Località di partenza: Pradleves 830m
Punto più elevato raggiunto: Barma Capitani 1260m
Dislivello cumulato in ascesa: 744m
Sviluppo complessivo del percorso: 13,5 km
Tempo in movimento: 4h 45'
Difficoltà: E (EE per alcuni tratti in caso di terreno bagnato) (vedi scala difficoltà)
fotovideocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
percorso interattivo Relive