Finalmente, dopo le varie restrizioni, chiusure, lockdown, si possono nuovamente incontrare gli amici e tornare in montagna e allora, pur se in pochi, torniamo dove abbiamo iniziato il 2020, al monte Crocette, partendo da Castelmagno, una gita sulle ciastre sempre spettacolare, adatta ad una prima uscita su neve già assestata in una giornata splendida.
Raggiunto il santuario di San Magno, dove incontriamo le amiche di Angelo che faranno la nostra stessa strada, inforchiamo subito le ciastre e da quota 1753 m. risaliamo al dritto la traccia di fianco al santuario, che porta alla carrareccia diretta all’Alpe Chastlar.
L’ambiente è splendido, già al sole, con la neve non ancora segnata da tracce se non quella che stiamo percorrendo, che ci permette di procedere in sicurezza sulla carrareccia verso il monte Chastlar.
Purtroppo sul percorso incontriamo la curva, segnalata da un mazzo di fiori, dove è avvenuto il grave incidente la notte del 12 agosto, e che non può lasciarci indifferenti. Dopo una breve sosta proseguiamo sulla strada verso la nostra meta odierna, la cima Crocette, che intravediamo al fondo della lunga cresta orientale (Costa Chiota) che discende dal Monte Tibert.
A quota 1950 m. lasciamo la mulattiera che continua verso le grange Chastlar e saliamo a sinistra su una ripida traccia che in direzione Nord-Est prosegue sul pianoro sovrastante che si trasforma in un lungo e costante pendio. Di qui continuiamo con un lungo semicerchio che ci farà giungere in cresta. La giornata è stupenda con sole e cielo sereno, la temperatura è ottima, siamo in maniche di camicia, alcuni in maniche corte.
La pendenza ora aumenta e con alcune serpentine seguite da un lungo traversone giungiamo al passo delle Crocette (2184 m), un piccolo avvallamento sulla lunga cresta da cui proseguiamo verso Est per raggiungere l’ometto di pietre e la piccola croce di vetta del Monte Crocette (2194 m).
Sulla cima la piacevole sorpresa di incontrare la mitica Giusy, compagna di gite della Compagnia dell’Anello e foto di rito.
Con il cielo limpido di oggi senza una nube il panorama è superbo. Il nostro sguardo abbraccia tutte le cime che contornano il Santuario (che vediamo sotto di noi cinquecento metri più in basso), dal Monte Bram all’Omo, alla Cima Viribianc, e poi la Rocca Parvo ed il Parvetto, più vicini a noi Tibert, Tempesta e Piovosa. Oltre la valle Maira fa capolino il Viso ed in lontananza, a Sud, tutta la cerchia delle Marittime.
Salutata la numerosa compagnia che affolla la cima, proseguiamo in leggera discesa, su neve splendida, verso l’estrema punta terminale della cresta per salutare dall’alto le casette abbandonate di Narbona.
Ritornati indietro di alcune decine di metri iniziamo a scendere lungo il ripido pendio su neve appena battuta verso le Grange Chastlar che raggiungiamo compiendo un ampio giro.
Mentre Josè fa tappa presso la nuova moderna baita ivi costruita, Angelo e Frank iniziano la breve, ma ripida ascesa nel fitto lariceto, in neve farinosa non ancora battuta, attaccando il versante Nord della Punta Castellar (o Chastlar).
Al termine del lariceto, in prossimità della vetta, il terreno, scosceso ed impervio, sconsiglia il risalire gli ultimi metri e quindi torniamo sui nostri passi per riposarci e pranzare sotto il caldo sole presso la grangia.
Dopo la piacevole sosta non ci rimane che rientrare al santuario sulla bella carrareccia innevata che in falsopiano ci riporta al bivio, da cui eravamo saliti verso la Crocette, e poi al parcheggio presso il Santuario.
Note Toponomastiche
San Magno (Santuario di): molto incerte sono le notizie relative al santo, venerato nel territorio che prende il suo nome. La tradizione locale lo identifica come uno dei martiri cristiani della famosa “legione Tebea”, capitanata da San Maurizio, che scampato al massacro dei suoi commilitoni nella località del Vallese - oggi nota come Sainte Maurice - si sarebbe rifugiato sui monti cuneesi. Il luogo su cui sorse il santuario in onore del martire cristiano era già sede di culto pagano, molto probabilmente dedicato al dio latino Marte, come farebbe supporre il ritrovamento di una lapide a lui dedicata, tutt’ora visibile murata nel deambulatorio in faccia all’antico e delizioso camposanto. L’attuale chiesa è un’ardita costruzione in stile barocco piemontese realizzata nel 1704, ma al suo interno sono conservate significative tracce delle precedenti fasi dell’edificio, tra cui la bella cappella Allemandi (del 1475) con significativi cicli di affreschi di inizio ‘500, opera di Giovanni Botoneri di Cherasco, raffiguranti episodi della passione, morte e resurrezione di Cristo, oltre agli splendidi ritratti dei martiri Tebei così legati alle tradizioni locali.
Crocette (Passo e Cima): nomi derivanti dalle numerose “piccole croci” fatte con ramoscelli di ontano infisse sul valico dai pellegrini che dalla val Maira si recavano al santuario di San Magno.
Castellar (Punta), Ciastlar (Alpe): termini derivanti dalla forma della cima che si erge come un “castello”.

Escursione effettuata il 17 Dicembre 2020
Compagnia dell'Anello formata, per l'occasione, da Angelo, Franco e José
Località di partenza: Santuario di San Magno 1753m – Castelmagno – Valle Grana
Punto più elevato raggiunto: Monte Crocette 2194m
Dislivello cumulato in ascesa: 609m
Sviluppo complessivo del percorso: 7,5 km
Tempo in movimento: 2h 45'
Difficoltà: EAI WT1 (vedi scala difficoltà con racchette da neve)
fotocronaca
Tracciato gps
trailer