Della prima volta in Oberland conservo nitidi 3 ricordi. Il primo è il costo esorbitante del biglietto per il trenino a cremagliera che da Kleine Scheidegg sale fino allo Jungfraujöch passando nelle gallerie scavate dentro all'Eiger e al Mönch : 100 franchi svizzeri, ossia centomila Lire per fare sì e no 10 chilometri! Con centomila Lire avevo girato tutta l'Inghilterra per un mese con l'Inter Rail, l'anno della maturità! E’ vero che è la ferrovia più alta d’Europa e deve essere costata moltissimo, ma a quest’ora se la sono ripagata dieci volte! Da allora non penso più agli Svizzeri come ad un popolo ordinato di orologiai, cioccolatai e allevatori, ma come ad una cricca di strozzini. Il secondo ricordo è la nebbia: tre giorni e tre notti chiusi nel rifugio del Mönch senza vedere un tubo. Infine il terzo ricordo sono le cotolette impanate e in carpione che mi ero portato in un tupperware per non dilapidare tutto il mio patrimonio in pranzi e cene nei rifugi svizzeri: sarà stata la quota, o il liquido fuoriuscito che lasciò quell’aroma forte di aceto e salvia nello zaino per sei giorni o non so cos’altro, il fatto è che feci indigestione e vomitai. Da allora non volli più saperne di cibo in carpione, mi disgustava. Finimmo per fare i turisti a Berna, dove soppressi il disgusto con la Sachertorte, che peraltro hanno inventato gli Austriaci, mica gli Svizzeri! Loro la sanno solo rifare e vendere.
Memore di quell’ esperienza, quando si presentò l'occasione di tornare in Oberland per un raid di quattro giorni con gli sci, fui molto titubante. La tentazione di riprovarci però alla fine prevalse sulle perplessità e pur essendo agnostico feci al dio della montagna un voto: se il tempo si fosse mantenuto bello per tutto il periodo sarei tornato ad assaggiare le cotolette in carpione. Scartammo il Finsteraarhon e l’ Aletschorn, troppo impegnativi e infatti, a parte il leggendario Mario Viano, non conosco nessuno che sia stato all'Aletschhorn. Questa volta il tempo fu bello, i ghiacciai piatti dell'Oberland si fecero vedere in tutta la loro immensità e la foto scattata dal colle del Fiescherhorn con il Finsteraarhorn sullo sfondo ne rende un po’ l’idea. Vennero fuori due belle salite al Mönch e al Fiesherhorn, la traversata alla KonKordia , l’interminabile risalita all’Hollandiahutte e la discesa su neve cremosa fino a Blatten con sosta finale presso il ruscello, sull’erbetta svizzera molto più ordinata e incomparabilmente più verde della nostra.
Mantenni fede al voto fatto nove anni prima al dio della montagna: per questo ancora adesso, se capita, mangio le cotolette in carpione. Succede però molto di rado, perché si tratta di un piatto che si usava quando non esisteva il frigorifero per conservare la carne e mia nonna - contadina delle Langhe abituata fin da ragazza a fare a meno del frigorifero- che le cucinava spesso anche da vecchia, è morta da molti anni.
(Le foto si riferiscono al raid del 1990)
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23-28 maggio 1981, con Amedeo P., Giulio A.,Paolo F. Elisa S., Anna R.
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21-25 aprile 1990, con:
-Mario Ghignone (quello più preciso di uno svizzero),
-Renzo Barbiè (quello che aveva già fatto mille gite),
-Guido Vindrola (quello che era sceso in sci in solitaria dalla Nord del Monte Bianco)
-Nanni Villani (quello che aveva due macchine foto e tre obiettivi)
-Marco Villa (quello che sciava meglio di tutti e sta in mutande nella foto sul ghiacciaio nei pressi della Koncordiaplatz)
e Poppi (quello di cui non ricordo il nome)
Album foto