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Escursionismo : Anello della Punta Malta, da Castello di Pontechianale
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 29/08/20 16:56
Notizia riferita al: 06/08/20
Letture: 1019

Dopo il Covid, dopo le prime gite di ritorno alla montagna, è giunto il momento di affrontare un percorso un po’ più lungo ed impegnativo per cui, viste le condizioni atmosferiche favorevoli, decidiamo di tornare in Val Varaita e raggiungere la Punta Malta partendo da Castello di Pontechianale con ritorno attraverso il Vallone dei Duc.
Risaliamo la Val Varaita fino a Castello di Pontechianale dove lasciamo l’auto nel parcheggio prima del ponte (1608 m). La temperatura è decisamente fredda ed invita a risalire veloci la prima parte assai ripida del percorso verso il rifugio Vallanta.
Il sentiero prosegue seguendo sempre il torrente con pendenza meno impegnativa fino al bivio per il bivacco Bertoglio.
Attraversato il ruscello il sentiero si inerpica nel bosco dell’Alevé all’ombra dei pini cembri fino a raggiungere la radura del Pian Meyer (2126 m): siamo arrivati al sole e torniamo agli abiti estivi.
Ripartiamo nel bosco fino a raggiungere il Gias Fons (2365 m) tra la Rocca Jarea e le Rocce Meano, dove gli alberi lasciano spazio ai pascoli.
Il sentiero diventa roccioso e risaliamo alcune bancate rocciose mentre sotto, in lontananza, fa capolino il lago di Pontechianale. In un tratto in cui il sentiero spiana leggermente ci fermiamo a fare uno spuntino circondati da una marea di piante fiorite di 'Gentiana Lutea'.
Riprendiamo il cammino e risaliamo l’ultima balconata rocciosa con vista spettacolare sulle guglie della Costiera delle Ale Lunghe prima di raggiungere il lago Bertin (2701 m) nell’alto Vallone delle Giargiatte, poco sotto il Bivacco Bertoglio. Proseguiamo costeggiando il lago in mezzo ad una miriade di ometti di pietra e, superato un piccolo laghetto sulla destra, raggiungiamo il Lago Lungo (2743 m) e di qui il Passo di San Chiaffredo (2764 m), spartiacque tra la Val Varaita e la Valle Po.
Qui un cartello indica di deviare a destra per la Punta Malta ed iniziamo a risalire la pietraia che porta al Passo Calatà su una traccia ben indicata da tacche bianco-rosse ed ometti.
Più in alto ci si porta per un breve tratto sullo spartiacque, che dal lato della Valle Po precipita con orridi canaloni, poi si taglia in diagonale verso destra tra i detriti fino alla spianata della Calatà. Raggiungiamo il passo dove troneggia un grosso ometto di pietra (2940 m) e ci fermiamo un attimo ad ammirare il Monviso e tutte le cime su cui lo sguardo in questa giornata nitida può arrivare fino a scorgere Torino nella pianura sottostante.
Ormai non ci rimane che raggiungere la nostra meta percorrendo una traccia indicata chiaramente in partenza da un ometto seguendo il versante Sud della Malta quindi si sale ripidamente sulla destra fino all'intaglio tra la cima Est e la cima centrale.
Abbandoniamo zaini e bastoncini e risaliamo l’unico tratto da affrontare con attenzione per superare un gradone che non può essere aggirato e raggiungere la cima attraverso un canalino detritico.
Punta Malta (2995 m) è una cima molto bella, un balcone naturale splendido, non molto frequentata, sormontata da una croce minimale, da “Arte Povera”.
Ci soffermiamo a lungo a nominare tutte le cime che ci circondano, a cercare anche le più lontane, il Rosa, il Cervino, i Gelas, a trovare la Bisalta: fantastico!
Ma ci tocca scendere e raggiungere nuovamente il Passo Calatà dove ci aspetta la tappa pranzo, sparpagliati sulle poltrone naturali dove più tardi ci raggiunge un gruppetto capeggiato dal padre di Danilo Sartore cui ha dedicato l’omonimo bivacco in alta Valle Maira.
Finito il pasto ed i convenevoli iniziamo a scendere nel Vallone dei Duc, uno dei valloni più selvaggi e meno frequentati della zona e forse per questo di una bellezza unica.
La discesa inizia entro una lunghissima pietraia mista a terreno ghiaioso, ma entro la quale è tracciato e segnalato alla perfezione un percorso che porta rapidamente alle propaggini della Cima delle Lobbie, dove pascolano una cavalla e alcuni puledri.
Piegando a destra risaliamo un bel prato erboso verso quota 2590 m per poi scendere nella parte mediana del vallone, occupata da una enorme pietraia.
Il sentiero si insinua tra i massi rallentando di molto la discesa a valle, ma è accompagnato dallo spettacolo della Costiera delle Ale Lunghe, una cresta formata da diversi torrioni tra i quali spicca il Ciuchè delle Ale Lunghe.
Superato il bivio che a destra porta al Passo del Ranco e alla Rocca Jarea, giungiamo al grande pino secco con un piccolo “figlioletto” al fianco, ed entriamo nel bosco dell’Alevé, dapprima tra i larici e poi tra i pini cembri, mentre il sentiero torna facilmente percorribile e permette di scendere rapidamente al Rifugio Bagnour (2017 m). Da qui un ripido sentiero permette di raggiungere dapprima il Rifugio Grongios Martre (1746 m) ed infine il parcheggio a Castello.

Note toponomastiche
Pontechianale: il significato del toponimo è legato al ponte (pount) ed al corso d'acqua del Varaita (la chanal) che longitudinalmente taglia in due il territorio; in realtà non esiste il paese di Pontechianale in sé, perché trattasi di un comune sparso, ovvero formato da un insieme di frazioni, nessuna delle quali ha tale nome.
Alevé (bosco dell’): il toponimo è di origine occitana, e significa letteralmente bosco di pini cembri (dall’occitano 'elvo', pino cembro); il cembro è una pianta longeva, il più vecchio dell’Alevé ha più di seicento anni, ma altri esemplari hanno un’età che supera il mezzo millennio. Il bosco è antichissimo, le sue origini si fanno risalire alle grandi glaciazioni del quaternario. Fu ricordato nell’Eneide di Virgilio e nella Historia Naturalis di Plinio il Vecchio.
Giargiatte (vallone delle): toponimo italianizzato che pare derivi dal provenzale 'jargas', grosso cespuglio, per significare un luogo cespugliato.
Ale Lunghe (costiera delle): il termine trova le sue origini nella radice prelatina 'al, lee, lé, lex', per indicare la conformazione rocciosa di lunghe e verticali lastronate.
Malta (punta): il nome dell'isola mediterranea fu introdotto quale denominazione di questa montagna nel 1907 da Ubaldo Valbusa.
Duc (passo, vallone dei): localmente il toponimo, dal provenzale 'duc', corrisponde a gufo reale, palesando un luogo abitato da tale rapace notturno, ma non è da escludere che possa avere origini molto più antiche, dalla radice prelatina 'tuc, duc', cioè montagna pietrosa.
Bagnour (lago, rifugio): voce piemontese indicante una riserva d'acqua utilizzzata per l'irrigazione del territorio.

Escursione effettuata il 6 Agosto 2020
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Angelo, Antonio, Franco e Josè
Località di partenza: Castello di Pontechianale (1608 m)
Punto più elevato raggiunto: Punta Malta (2995 m)
Dislivello cumulato in ascesa: 1540 m
Sviluppo complessivo del percorso: 16,9 km
Tempo in movimento: 7h 30'
Difficoltà: EE (vedi scala difficoltà)
fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
trailer


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 29/8/2020 17:39  Aggiornato: 29/8/2020 17:39
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 728
 Re: Anello della Punta Malta, da Castello di Pontechianale
Descrizione del percorso: Josè
Fotocronaca: Adriano, Angelo, Antonio e Josè
Tracciato GPS, elaborazione grafica e coordinamento redazionale: Adriano
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