Un anello nella valle di Rochemolles. Dal rifugio Scarfiotti alla Cresta e alla Punta S. Michele
rientrando per il Passage de Courousset e il col d’Etiache
Località di partenza: Grange du Fond (Rifugio Scarfiotti) mt. 2150
Dislivello complessivo: mt. 1110
Tempo complessivo: 7 ore c.ca
Difficoltà: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n° 104 Bardonecchia – Monte Thabor – Sauze D’Oulx IGC.
A Bardonecchia in alta valle Susa le valli alpine s’aprono a ventaglio. Quella più a destra è l’incantevole valle di Rochemolles con l’interminabile, polverosa strada che superato l’abitato raggiunge da prima le Grange du Fond, dove sorge il rifugio Scarfiotti, poi il colle Sommeiller dove un tempo veniva praticato lo sci estivo su un ghiacciaio che ora non esiste più. Una corona di vette ardite e spettacolari coronano la valle oggi contrassegnata dal lago derivante dalla sbarramento sul rio di valle.
Meta di questa escursione è la cresta (Pierre Minieu) e la Punta S. Michele che si raggiungono dai ruderi dell’alpe d’Etiache con un lunghissimo traverso che porta la traccia sin sotto l’imponente bastionata rocciosa del Pierre Menue (Aiguille de Scolette) da dove si sale alla cresta S. Michele che tutta si percorre sino alla cima che porta questo nome. Il rientro a valle si fa per il ripidissimo Passage di Courousset percorrendo gli instabili sfasciumi e le pietraie che portano al colle d’Etiache da quale si scende su comodo sentiero alle Grange du Fond dove sorge il rifugio Scarfiotti.
Per il solo Passaggio di Courousset questa escursione è riservata ad escursionisti aventi una certa esperienza: tutto l’itinerario non è segnato, né segnalato e giunti alla grande conca sottostante il Pierre Menue non esiste più alcuna traccia pur non presentando la cresta S. Michele alcuna difficoltà.
Dalla cresta e dalla Punta S. Michele vista impareggiabile sull’intero vallone di Rochemolles, sulle cime che coronano la valle spingendosi lo sguardo sino al non lontano lago del Moncenisio.
Giunti a Bardonecchia, il alta valle Susa, si prosegue per Rochemolles. Superato l’abitato si rimane sulla polverosa strada per il rifugio Scarfiotti ed il colle del Sommeiller rasentando per via il lago di Rochemolles derivante dallo sbarramento sul rio di valle. Lungamente proseguendo si giunge infine all’incantevole pianoro presso le Grange du Fond dove a margine sorge il rifugio Scarfiotti. Qui giunti non è difficile trovare dove parcheggiare.
Attraversato il rio si prende il sentiero 727 per l’alpe ed il colle d’Etiache che subito affronta ripido uno spoglio pendio rasentando per via una cospicua sorgente. Più su si sale a svolte sino al lungo traverso che porta la traccia presso un grosso pannello informativo, che già si nota da fondovalle, che anticipa di poco delle indicazioni e poi i ruderi dell’alpe d’Etiache. Lasciata la traccia che prosegue per il colle d’Etiache, per il quale si passerà tornando, trascurata quella che percorre il Sentiero Geologico, occorre ora individuare il sentiero per la cresta e la Punta S. Michele. Al pannello informativo conviene portarsi per un tratto verso monte cercando di individuare la traccia per questa cima, cosa di per sé difficile per via delle numerose scie lasciate dal passaggio del bestiame.
Il riferimento, che permette di non sbagliare, è un modesto risalto roccioso che si nota dal pannello informativo di poco il alto sulla sinistra. La traccia in questione gli passa appena sopra ed ora è contrassegnata da un grosso ometto. Per più di un’ora si camminerà compiendo il sentiero un assai piacevole ma interminabile traverso pianeggiante sotto le superiori cime che si toccheranno nel proseguo dell’itinerario. Superato il vallone Souchera, affrontato un saltino che può essere evitato sorpassandolo di sopra, lungamente proseguendo il sentiero di porta progressivamente verso l’esteso vallone sottostante il Pierre Menue dove ora la traccia prende a salire. Il punto in cui si piega verso destra, perché ora la traccia sparisce tra le erbe dei pascoli, è nuovamente adesso contrassegnato da un grosso ometto. Facendo il percorso in senso inverso, qui giunti non bisogna lasciarsi tentare dallo scendere a valle, col rischio di trovarsi in seri guai avendo il fondo dei pendii precipitanti. Costeggiato un rio discendente da placche rocciose scoscese, superati più sopra due ravvicinati rigagnoli, il secondo derivante da una sorgente a cui conviene attingere non trovando nel proseguo più acqua, la traccia appena individuabile tra le erbe, si porta sulla sinistra cominciando a salire un esteso pendio erboso con una lunga serie di svolte e traversi che mitigano l’ascesa. Avente certamente un’origine militare data la vicinanza con il confine, mai cessando di salire si porta in progressione alla grande conca erboso detritica sottostante l’imponente parete sud del Pierre Menue dove ora alcuni ometti segnano la via. Qui giunti conviene piegare a destra risalendo un pendio contrassegnato da pietre rotte, detriti e sfasciumi che salendo si fa via via più ripido avendo già in vista la prima cima da raggiungere. Tenendosi preferibilmente verso destra salendo, si guadagna più sopra una detritica spalletta dove inizia il piano inclinato sul crinale che lungamente percorso porta in vetta alla cima ovest del Pierre Minieu mt. 3242 e poi per facili balze rocciose alla cima est mt. 3254. Proseguendo sulla cresta S. Michele si superano dei modesti rilievi intermedi e rimanendo sempre sul versante francese in falsopiano si raggiunge la Punta S. Michele mt. 3252. Da questa vetta vista impareggiabile sulle cime spingendosi lo sguardo per uno squarcio sino al lago del Moncenisio, mentre all’orizzonte primeggiano le nevi del Bianco.
4 ore c.ca dalle Grange du Fond.
La cresta nord discendente da questa montagna presenta delle fessurazioni: la seconda è il Passage di Courousset che occorre affrontare per tornare. Facilmente si scendono i detriti dove un tempo esisteva un piccolo ghiacciaio sino all’intaglio in questione orlato di una cornice di neve anche a stagione inoltrata. Questo è l’unico passaggio che permette di scendere a valle e pertanto occorre affrontarlo con giudizio e prudenza. Lentamente ci si abbassa sugli sfasciumi che contraddistinguono la parte alta per poi percorrere le estese pietraie sottostanti che liberamente senza una via obbligata si discendono avendo già in vista l’ampia sella del col d’Etiache. Raggiunto più avanti il punto dove transita il sentiero salente dal vallone d’Etiache che porta in vetta al Gros Peyron, tutto lo si discende per l’evidente e segnata traccia che porta ai ruderi dell’alpe e poi al pannello esplicativo dove questo lungo anello si chiude. Non resta che proseguire sul sentiero 727 che di sotto raggiunge il grande pianoro delle Grange du Fond dove sorge il rifugio Scarfiotti.
3 ore c.ca dalla Punta S. Michele.
Album foto