Il colle della Bessanese dal versante italiano non è proprio un posto adatto ai cani. Ice però è un cane un po' speciale, riesce quasi sempre a seguire Giorgio, magari facendo lunghissimi aggiramenti per poi ricongiungersi. Qui però il trucco non gli riuscirebbe, perché non è proprio possibile inventarsi alcun aggiramento, per cui Giorgio lo ha infilato in un’ imbracatura per cani e quando il canale che sale al colletto della Bessanese si fa più stretto e ripido lo aggancia al moschettone dell’imbrago. Lui davanti lo aiuta tirando la corda, mentre io da dietro lo spingo e lo incito. Gli ultimi 50 metri di roccette e neve marcia credo non gli siano piaciuti, però come tutti gli Husky non si è mai lamentato, non ha mai abbaiato né mugolato.
-Dai Ice, adesso hai finito di patire, promesso! Eccoti due biscottini, e adesso il tuo padrone ti fa scendere da questa parte... eh si! la Francia è meglio,vedrai! tutto liscio, non come quel brutto posto dove sei salito!-
Gli Husky sono cani silenziosi, selvatici, poco espansivi, fiutano gli animali selvatici e se trovano pecore incustodite agli alpeggi fanno disastri. Ma sotto l’apparente distacco sanno anche essere compagni affettuosi e riconoscono il loro padrone come indiscusso capobranco. In tutte le gite sci alpinistiche che ho fatto con Giorgio non ho mai sentito, neppure una volta, la voce del suo Husky: a volte avevo l'impressione che con quel suo silenzio ostinato volesse ricordarci l'offesa antica e insanabile subita dalla sua specie, manifestarci una sottomissione all’uomo-padrone mai del tutto accettata e che fosse un modo per rimproverare a noi, rappresentanti della specie umana, di aver addomesticato i suoi antenati e fatto loro dimenticare che un tempo ululavano liberi alla luna.
12-13 maggio 1993
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