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Escursionismo : Anello della Guglia del Nivo, da Melle
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 02/12/19 02:53
Notizia riferita al: 28/11/19
Letture: 1625

Per il momento la Compagnia dell'Anello non si lascia ancora ammaliare dal richiamo dei dolci pendii innevati...l'inverno è lungo e ci sarà tutto il tempo per rispolverare le ciastre su neve meno faticosa...
Dopo le lunghe settimane piovose finalmente la previsione di un po' di sole ci vede pronti ad affrontare un tracciato (per il momento ancora al di sotto della quota neve, sul versante idrografico sinistro (il più soleggiato) della Val Varaita, con un programma che prevede la partenza da Melle capoluogo, la salita a San Bernardo delle Sottole e alla Guglia del Nivo e la successiva discesa al santuario di Madonna della Betulla per chiudere infine l'anello poco lontano dalla cappella di Sant'Anna.
Alla partenza le previsioni di sole sembrano completamente disattese e quindi partiamo dal parcheggio presso l'area camper di Melle in una bruma poco rassicurante.
Attraversato il ponticello sul Varaita imbocchiamo la mulattiera che passa accanto ad un cascinale, sale per un tratto ripido, utile per “rompere il fiato”, e prosegue a sinistra, in saliscendi lungo un magistrale muro a secco. Qui, con bella vista sul Varaita gonfio d'acqua e sull'abitato di Melle, s'incontra il primo degli innumerevoli piloni votivi che caratterizzano questa parte della vallata.
Usciti dal bosco incontriamo in un'ampia radura la borgata Friddia che costeggiamo verso destra raggiungendo e attraversando la carrozzabile asfaltata. Il sentiero prosegue sull'altro lato della strada, la riattraversa poco sopra presso la borgata Villar e sale dritto a sbucare al centro di Chiot, salutati da un allegro abbaiare di cani.
Di qui riprendiamo a salire sulla carrozzabile asfaltata, con possibilità di una scorciatoia per tagliare un tornante, giungendo alla bella cappella dedicata a sant'Anna dove finisce l'asfalto e la sterrata si biforca: a sinistra verso le borgate Tacca e Bert e a destra verso la borgata Giusiano.
Noi teniamo la destra e proseguiamo fino ad incrociare sulla destra il sentiero che ci porterà dritto al passo di San Bernardo delle Sottole. Il sentiero è un po' rovinato in alcuni punti dal ruscellamento dell'acqua delle recenti copiose piogge, ma comunque agibile. L'alternativa è la possibilità di continuare sulla sterrata fino a Giusiano e poi proseguire sulla stradella che con ampi tornanti arriva al passo.
Giunti dunque a San Bernardo delle Sottole, importante crocevia tra la Val Varaita ed il Vallone di Gilba, forse per intercessione del santo (tra l'altro protettore degli alpinisti), si avverano le previsioni meteo e il sole inizia ad occhieggiare sempre più insistentemente tra le nuvole che in alto vanno man mano scomparendo lasciando solamente coperti da una coltre cotonosa il fondo delle vallate e la pianura.
Ne approfittiamo per una breve pausa dopodiché iniziamo per cresta l'ascesa verso la Guglia del Nivo, che già intravediamo in lontananza tra gli alberi. Non è un percorso molto frequentato, ma il passaggio tra la vegetazione è abbastanza agevole, assistito da tacche gialle che facilitano l'individuazione del tracciato migliore.
Arriviamo alla cima, a quota 1301m, su un roccione che permette uno slargo tra gli alberi e la possibilità di apprezzare il panorama che si apre a sud sulla cresta del versante destro della Val Varaita dal Rastcias al Birrone fino al Colle di Ciabra e a nord sul versante sinistro del Vallone di Gilba sulla cui dorsale emergono le cime della Rocca Bellina, del Monte Scolagarda, dei Bric Arpiol e La Plata. Verso Ovest la testata del vallone con il Colle di Gilba sovrastato dalla Testa di Garitta Nuova (Gardiola Lunga) e dal Monte Ricordone.
La discesa l'affrontiamo “dritto per dritto”, consapevoli d'intersecare prima o poi la sterrata tra San Bernardo delle Sottole e Madonna della Betulla. Il versante non è eccessivamente ripido e i passaggi tra le piante di alto fusto e il sottobosco si trovano senza troppa difficoltà: transitiamo presso i resti diroccati della borgata Nivo Soprano e subito appresso siamo sulla strada.
In breve arriviamo al santuario dove troviamo un simpatico gruppo di tre amici del saluzzese, saliti sin qui da Frassino con i quali, dopo aver dato fondo alle nostre riserve alimentari, c'intratteniamo in esaurienti degustazioni di genepy...
Salutati i saluzzesi ci apprestiamo all'ultimo tratto di discesa imboccando il sentiero-stradina che troviamo sulla destra a 150 metri dal santuario. Il tracciato, seppur in diversi punti appaia semiabbandonato, ha le caratteristiche di una strada forestale e permette un cammino agevole senonché, giunti all'incirca a quota 950m lo troviamo sbarrato con una catena e tanto di cartelli proprietà privata, divieto di accesso, attenti ai cani...
Sconcertati e sorpresi e troppo lontani per ritornare indietro e seguire un altro percorso, decidiamo di continuare.
Poco più avanti incontriamo un casolare con allarmante latrare di cani dove troviamo una signora alla quale chiediamo scusa per essere transitati nella proprietà privata e chiediamo l'autorizzazione di proseguire. Autorizzazione che ci viene gentilmente concessa.
Arrivati sulla carrozzabile per Sant'Anna e Tacca, dove chiudiamo il nostro anello, rileviamo uguale sbarramento e divieto per chi intendesse salire e che ci era sfuggito nel nostro passaggio in salita.
Quindi tutto bene quel che finisce bene. 
Però ci siamo posti un grosso interrogativo circa la liceità di tale divieto.
Difatti nel nostro peregrinare per i monti abbiamo sempre constatato che i sentieri indicati sulle mappe, pur se passanti su una proprietà privata, sono soggetti al diritto di uso pubblico è quindi non possono essere sbarrati...
Non siamo al corrente circa gli eventuali atti legali e/o giuridici che possano aver legittimato i proprietari a chiudere tale passaggio, ma se fosse nel loro diritto averlo fatto, il nostro sommesso consiglio è perlomeno quello di porre un avviso alla partenza del sentiero per evitare sorprese come è capitato a noi.
In tal senso abbiamo ritenuto doveroso segnalare quanto sopra al comune di Melle.
Nel complesso è stato comunque un bel giro che concludiamo alla grande degustando presso l'accogliente bar di Melle “Fioca” la deliziosa specialità della casa: il gelato al fieno!
Note toponomastiche
Melle: localmente detto Lou Mèl, si ritene derivante dalla radice prelatina 'mel' - altura , poggio - e dal sostantivo provenzale 'mèle' – larice - per significare la morfologia di “luogo boscato ed elevato sul fondovalle”
San Bernardo delle Sottole: la cappella è dedicata a San Bernardo da Mentone e la denominazione 'Sottole', letteralmente ha il significato di trottole.
Nivo (Guglia del): Il toponimo, probabilmente di origine provenzale 'nive, nivol' – nube, nuvola – sta a significare un'altura rocciosa frequentemente coperta da nuvole.
Madonna della Betulla: le origini del santuario pare risalgano al XV secolo e secondo la leggenda scaturì dall'apparizione della Madonna che appoggiò il Bambin Gesù su un masso sul quale rimase l'impronta di una piccola culla. Ancora oggi la pietra è ben visibile all'ombra di una lunga fila di betulle.

Escursione effettuata il 28 Novembre 2019
Compagnia dell'Anello formata per l'occasione da: Adriano, Angelo, Franco, José e Osvaldo
Località di partenza: Melle 690m – Val Varaita
Punto più elevato raggiunto: Guglia del Nivo 1301m
Dislivello cumulato in ascesa: 683m
Sviluppo complessivo del percorso: 10,3 km
Tempo in movimento: 3h 45'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

fotocronaca

Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
trailer


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Autore Commento
CompagniadellAnello
Inviato: 2/12/2019 21:41  Aggiornato: 2/12/2019 21:41
Guru
Iscritto: 27/12/2015
Da: Cuneo
Inviati: 666
 Re: Anello della Guglia del Nivo, da Melle
Descrizione del percorso: Adriano
Fotocronaca: Adriano, Angelo e José
Tracciato GPS, grafica e coordinamento redazionale: Adriano
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