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Escursionismo : Rocciamelone
Autore: CompagniadellAnello (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 05/08/19 19:09
Notizia riferita al: 26/07/19
Letture: 1350

La Compagnia dell'Anello questa volta va fuori porta spostandosi in Valle di Susa per raggiungere la vetta del mitico Rocciamelone, (Rociamlon in piemontese, Rochemelon in francese), montagna delle Alpi Graie alta 3.538m, situata al confine tra la Valle di Susa e la Valle di Viù, considerata per secoli la più alta cima delle Alpi, poiché incombente sulla valle con un balzo che supera i tremila metri, palesando tale primato in un periodo in cui vaste zone alpine erano pressoché inesplorate.
La prima salita documentata risale infatti al 1º settembre 1358 da parte del crociato Bonifacio Rotario d'Asti. Questi, catturato dai Turchi, si affida alla Madonna, promettendo, qualora fosse tornato in patria, di dedicarle un simulacro sulla vetta della prima montagna che avesse visto tornato sul suolo natio.
Da Susa lungo la SS 25 si svolta a destra seguendo le indicazioni per Mompantero e Rocciamelone; si supera la frazione Urbiano e si inizia a salire lungo la strada asfaltata, sempre seguendo indicazioni per La Riposa e Rocciamelone.
Il tracciato attraversa l'area che fu teatro, a fine ottobre dell'anno 2017, del disastroso incendio che distrusse una vastissima area del versante idrografico sinistro della vallata. L'incendio, alimentato dal forte vento, non fu domato che dopo diversi giorni con fumi che oscurarono il cielo di Torino. Oggi resta, a fianco della strada, lo spettacolo deprimente di migliaia di conifere carbonizzate e senza vita.
Gli ultimi 5 km di questa strada (che ne misura oltre 20) sono su discreto sterrato.
Si parcheggia nell'ampio piazzale dove parte la teleferica del Rifugio Ca' d'Asti a quota 2040 m. Si può anche proseguire fino sotto al Rifugio La Riposa, posteggiando a bordo strada prima della barra (pochi posti).
Dal parcheggio della teleferica si procede in direzione nord per l'evidente sentiero, che tra i radi pini mughi conduce ad un colletto a poca distanza dal Rifugio La Riposa
Seguendo le indicazioni e le tacche di vernice bianca/rossa, si inizia a salire con pendenza abbastanza sostenuta, con numerose svolte lungo le pendici erbose della montagna e si raggiunge lo sperone roccioso che sorregge il Rifugio Ca' d'Asti (2854 m), a cui si perviene con un ultimo strappo.
Nella salita della prateria che divide i due rifugi colpisce particolarmente la fantastica e cosmopolita fioritura che dà l'impressione di camminare fiancheggiati da tappeti ricamati di mille colori e arabeschi che nessun giardino artificiale potrebbe eguagliare! Ci è stato spiegato che l'eccezionale rigoglio vegetativo di quest'anno sia la conseguenza, oltreché delle frequenti piogge, dell'apporto fertilizzante delle ceneri dell'incendio (arrivato sin qui) di due anni fa.
Al rifugio veniamo cortesemente accolti da Paola e saziati dalle specialità del cuoco Stefano. Qui abbiamo il privilegio di conoscere il deus ex-machina del rifugio Cà d'Asti, Fulgido Tabone, artigiano (nel senso di artista) edile della Valle Susa, artefice della ricostruzione, in quarant'anni di paziente e meticoloso lavoro, di questo edificio di proprietà della Curia Vescovile di Susa, da lui arricchito di fini sculture in pietra e legno.
Al mattino riprendiamo, a monte del rifugio, la salita in un ambiente che ora cambia in quanto i prati lasciano spazio alla pietraia.
Senza alcuna difficoltà ci si inerpica prima con un lungo traverso verso est, poi con numerose svolte in direzione del pilone della Crocetta, ben visibile in alto.
Raggiunta la Crocetta di Ferro (3306 m), appare finalmente la cima.
Si prosegue su un'ampia cengia a mezzacosta in leggera salita, fino alla verticale sotto la cima, dove si sale con andamento più ripido, su cenge e roccette piuttosto esposte, ma comunque ben attrezzate con corde.
Superate le ultime roccette si perviene ai 3538m della sommità del Rocciamelone, sommità piuttosto "affollata": vi si trovano infatti il santuario più alto d'Europa, intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone e una statua in bronzo, dedicata sempre alla Madonna, realizzata nel 1899 grazie ad una grandiosa sottoscrizione di 130.000 bambini di tutta Italia. La statua, portata in vetta a spalle dagli alpini del battaglione "Susa" (era stata preventivamente divisa in otto pezzi), è alta 3 metri e pesa ben 800 kg.
Oltre a ciò sono presenti un rifugio, detto Rifugio Santa Maria, da 13 posti per le emergenze, e un busto del re Vittorio Emanuele II. Sulla cima si trova inoltre il vertice trigonometrico della rete primaria di inquadramento IGM, materializzato sul posto da un centrino GPS fissato alla roccia nei pressi della statua della Madonna.
Dalla vetta il panorama è impagabile e spazia a 360° dalle valli del Cuneese dominate dal Monviso, alle valli Olimpiche con lo Chaberton, alla Francia con i ghiacciai della Barre des Ecrins, alla Valle d'Aosta con il Monte Bianco, il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses per continuare con il Gran Paradiso, il Cervino e il Monte Rosa, fino a chiudere con la Pianura Padana con Torino e l'inizio della Valle di Susa con la Sagra di San Michele.
Sul versante Nord, a quota 3.200m, già in territorio francese, è presente un ghiacciaio nel quale, dal 1985, si è formato un lago che è andato via via ingrandendosi facendo temere un collasso istantaneo della massa glaciale e conseguente inondazione della sottostante valle della Haute Maurienne. Per questo motivo si è messa in atto un’operazione di svuotamento controllato da parte della protezione civile francese, a partire dal luglio 2005, che ha portato al prosciugamento quasi totale del lago.
La vetta del Rocciamelone costituisce pure l'arrivo della corsa denominata Vertical K3, gara di triplo chilometro verticale, che ha la sua partenza da Susa su un tracciato molto particolare: infatti è l'unico possibile in Europa che consenta di affrontare l'impressionante dislivello di 3.036 m in neanche 10 km di sviluppo (9,7 km) senza dover attraversare ghiacciai o arrampicare. Il vincitore dell'edizione 2019, lo svizzero Anthamatten Martin, ha fatto segnare il tempo di 2h03'58”!
Con gli occhi colmi delle meraviglie viste e il cuore gratificato dalle emozioni di questa bella escursione torniamo sui nostri passi non senza una sosta al rifugio Cà d'Asti per la pausa pranzo e per salutare e ringraziare Fulgido, Paola e Stefano.

Note toponomastiche
Rocciamelone (monte): L'origine del nome è controversa. Secondo alcune fonti il nome deriva dal celtico "Roc Maol" dove "Maol" significa sommità in riferimento al fatto che la montagna appare come la più alta del circondario. Un'altra fonte fa derivare il nome dal ligure "Roc Mulun" o "Roc Mulé" in relazione al termine "molek" che significa sacrificio (specialmente umano). Il nome venne poi latinizzato dai Romani diventando "Mons Romuleus" a sua volta cambiato in "Monte Romuleo" nel XI secolo. Questo nome fece nascere tante leggende come quella legata ad un certo re Romolo che si diceva passasse l'estate sulle sue pendici e che vi avrebbe nascosto i suoi tesori.
Cà d'Asti (rifugio): il riferimento è chiaramente derivato dal nome del primo scalatore del Rocciamelone, Bonifacio Rotario d'Asti, che qui costruì un piccolo edificio circolare, oggi ristrutturato ed adibito a cappella.

Escursione effettuata il 25-26 luglio 2019
Compagnia dell'Anello, formata per l'occasione da: Adriano, Franco e Osvaldo
Località di partenza: Parcheggio teleferica Cà d'Asti 2040m - Mompantero – Valle Susa (TO)
Punto più elevato raggiunto: Rocciamelone 3538m
Dislivello cumulato in ascesa: 1546m
Sviluppo complessivo del percorso: 12,1 km
Tempo in movimento: 6h
Difficoltà: E (EE dalla Crocetta di Ferro alla vetta) vedi scala difficoltà
fotocronaca
Tracciato gps
mappa satellitare Wikiloc
trailer


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Commenti
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Autore Commento
klaus
Inviato: 5/8/2019 19:38  Aggiornato: 5/8/2019 19:38
Guru
Iscritto: 14/2/2010
Da: Magliano Alpi
Inviati: 698
 Re: Rocciamelone
Eeh, ci sono già stato due volte ma mi avete fatto venire la voglia di tornarci...dicesi: "Roccia sempre bella gita"
...Ma in giornata è meglio!
Ciao
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