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Racchette da neve : Nonvelocissima gita di classe alla Punta Tempesta - 25 novembre 2007
Autore: Andrea81 (Notizie dello stesso autore)
Notizia inviata il: 27/11/07 12:28
Notizia riferita al: 27/11/07
Letture: 1421
Racchette da neve

Mini raduno invernale dei compagni di classe de LaFiocaVenMola

Con Alberto ci incontriamo a Rivoli, dove attendiamo lo scuolabus che ci porta fino a Dronero. Da segnalare un litigio con la macchinetta automatica al casello autostradale.
A Dronero Pierriccardo, il nostro compagno di classe dell'ultimo banco, quello che non ascolta mai la lezione e fa casino, ci aspetta da almeno mezz'ora, ma sarà gentile e non ce lo farà notare, né telefonicamente né di presenza.

Finalmente a Dronero, terra di personaggi mistici, (AG ndr), al bar decidiamo dove andare. Io vorrei il Monte Festa o la Costa Chiggia, perché le altre proposte (Estelletta, Giobert e Tempesta) li ho già saliti, son sicuro che i miei compagni di classe mi accontenteranno. Anche perché so che ci si farà il culo vista la quantità di neve che è scesa.

Trasbordiamo il materiale sulla macchina di Pierriccardo, che ha già la patente anche se sul ghiaccio dimostra ancora qualche lacuna giovanile, e ci dirigiamo in quel della Val Maira. Non si capisce bene come, ma vengo infinocchiato e senza accorgermene siamo a Tolosano. Restano quindi solo la Tempesta e la Piovosa. Ovviamente io fiducioso di fare la piovosa, mi incammino nella stretta traccia battuta da orde di scialpinisti con tanto di bava alla bocca, appena svegliati dal letargo estivo.

Devo ammettere che noi tre abbiamo le idee chiare:
uno con ciaspole da salita e tavola da discesa
uno con sci e pelli
uno, il più pirla che non sa cosa lo aspetta, con ciaspole da salita e da discesa.
Uno dei tre forse avrà avuto ragione, vedremo quale.

Il sole è appena sorto (partiamo alle 10), e ci incamminiamo dietro una fila di scialpinisti.
Con le racchette impossibile camminare in quella traccia larga 40 cm, ce ne vorrebbero 10 di più…
Quelli con gli sci ci seminano ben presto, e anche Alberto scalpita ma per onore della compagnia rimane con noi.

Ci sorpassano a velocità doppia anche altri con gli sci, sbucati da non si a bene dove. Il tratto lungo la strada è davvero noioso, e nonostante sia battuto si sprofonda ancora, 40 cm alla partenza, che cresceranno fino ad oltre 1 metro in quota.

Ci rendiamo conto che è molto presto, allora temporeggiamo scattando foto, che noi crediamo essere artistiche, ai posteri l'ardua sentenza.


A mezzogiorno finalmente siamo alle baite dove si abbandona la strada e si sale per ampi pendii, per fortuna dolci perché carichissimi. Tra l'altro mi accorgo che stiamo nuovamente salendo alla Tempesta, che ricordo aver salito nell'antichità (7 giorni fa), ma i miei compari mi imboniscono dicendomi che oggi sarà tutto diverso…

Oltre alla strada qui Alberto lascia anche noi, si mangia qualcosa, credo doping, e scatta, lo rivedremo in cima. Ad ogni passo la fatica aumenta, ogni ciaspola pesa 4-5 kg a causa della neve che si accumula sopra e sotto, ben presto Pierriccardo sparisce dietro ad alcuni avvallamenti.

Saliamo circa ad un ritmo di 200 metri l'ora, ma io poco oltre il Bec dell'Oliveto abbandono il tentativo. Mi siedo e non ne voglio più sapere.

Qualche minuto dopo (qualche è un eufemismo..) arriva Pierriccardo, che mi convince a rialzarmi e fare ancora un po' di salita (già, tanto poi lui scende con la tavola..)

A quota 2450 circa, incrociamo Alberto che scende, come ormai quasi tutti gli scialpinisti, e decidiamo di fermarci alla prima roccia per mangiare. Peccato che la prima roccia sia lontana come un'oasi in un deserto di neve. Allora mi metto a scavare come un cane da tartufo e trovo alcuni affioramenti rocciosi sui quali bivacchiamo.

Dal mio zaino che i miei due soci ritengono enorme e pesantissimo escono un sacco di oggetti, utili e meno utili. Una salumeria portatile, e soprattutto il mio fido cavalletto bis (quello uno in Africa si è disintegrato).

I discorsi altamente filosofici vertono su imprese più o meno inventate compiute in passato, ma soprattutto sullo sparlare delle persone, che in confronto Novella 2000 è un giornale noioso. Ovviamente da queste tre bocche non uscirà nulla, ma TU proprio TU che leggi ora… pensa bene se domenica non ti son fischiate le orecchie!

Lauto pranzo coronato da una birra, e ci accingiamo scendere. Parto prima io, convinto di arrivare alla baite prima degli altri, infatti sarà così. Ma è stato più faticoso della salita, ad ogni passo sprofondavo 50 cm buoni, e per tirar fuori piedi+ciaspole ci andava l'incredibile Hulk. Non so come ma nonostante ciò arrivo ben prima di loro, e li attendo al freddo e al gelo ma senza bue ed asinello.


Non ci resta che fare in discesa i 4 km di strada fino a Tolosano. ETERNI

Alberto scivola via più o meno comodamente, seguito da Pierriccardo con la sua tavola. Io devo arrancare anche in discesa, perché la neve ha mollato, e si sprofonda ancora anche in traccia. Poi nessuno ha pensato di allargarmela, così ad ogni passo una racchetta finiva sopra l'altra.

Non lo dite a Pierriccardo, ma ho corso per provare a raggiungerli ed arrivare con loro alla macchina (sarebbe stata un'umiliazione, la rivincita delle ciaspole sulla sciolina), purtroppo non ci sono riuscito, anche se solo di poco.

Naturalmente siamo gli ultimi, dietro di noi nessuno, solo buio e silenzio. Impieghiamo quell'ora abbondante per ricomporci, Pierriccardo nel frattempo perde di tutto e lo ritrova.
Ma tanto se non l'avesse ritrovato che che problema c'è? Sarebbe tornato l'indomani a cercarselo..

Via, si parte verso Dronero, tramonto molto suggestivo ma con la scusa dei fili elettrici sopra la strada nessuno si ferma a fare delle foto..

A Dronero commiato dal nostro compagno ripetente (ripetente anche nel senso di gita ripetuta più volte) davanti ad una bionda… ovviamente birra purtroppo.

Insomma, una gita non-velocissima ma bellissima, sicuramente faticosissima e divertentissima grazie ai compagnissimi.
Direi quasi, superlativa ma nella media (bionda, birra).


Data: 25 novembre 2007
Quota max: 2450
Partenza da: Tolosano (Marmora)
Quota partenza: 1502
Dislivello: 948
Zona: Val Maira
Difficoltà: MC

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